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La protesta degli esercenti arriva in piazza: «Vogliamo lavorare»

Ristoratori, negozianti, titolari di bar, palestre ed eventi questa mattina si sono dati appuntamento per chiedere la riapertura delle attività. Incontro con il sindaco dei rappresentanti delle categorie

«È facile per chi ha lo stipendio sicuro dire agli altri di stare a casa» e «se lavorare non è più un diritto pagare le tasse non è più un dovere». Sono gli striscioni esibiti dagli esercenti che questa mattina si sono dati appuntamento in piazza Cavalli per protestare contro le chiusure e chiedere di poter tornare al lavoro.

La protesta degli esercenti in piazza Cavalli-2

Tra loro ristoratori, negozianti, titolari di bar, locali, palestre, società di catering o eventi, studi di tatuaggio, tutte attività messe in stand by dalle misure anti-Covid adottate dalle istituzioni, di cui lamentano le incongruenze e l’insufficienza dei sostegni economici erogati. «Noi dobbiamo mangiare – racconta il titolare di una trattoria – è un ultimatum, ancora quest’anno poi noi smettiamo».

La protesta degli esercenti in piazza Cavalli1-2

Un presidio di oltre un centinaio di persone che si dicono esasperate dalla situazione e dal rischio di non poter sostenere oltre le spese a cui devono far fronte. Alle 12 alcuni rappresentanti della categorie hanno portato le loro proposte al sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri. «Noi chiediamo che venga annullata la prima rata della Tari» spiega Cristian Lertora, presidente di Fipe Piacenza. «Chiediamo anche l’allargamento dei plateatici gratuiti almeno fino alla fine dell’anno e di poter far entrare in nostri clienti nella zona a traffico limitato durante la pausa pranzo, accollandoci noi i costi della tassa d’ingresso». 

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