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«La TNT risponde allo sciopero con la serrata. Se il facchino protesta il padrone chiude il magazzino»

Usb richiede con fermezza che «si ripristini un terreno di confronto serio e veritiero, che il magazzino riapra immediatamente»

«Le dichiarazioni della TNT circa l'inaffidabilità e la non centralità del magazzino piacentino nelle strategie industriali della multinazionale olandese hanno tutto il sapore di una ritorsione e di una intimidazione nei confronti dei lavoratori che hanno osato scioperare. È questa la convinzione che USB ha rappresentato alla Prefettura di Piacenza nell'incontro tenutosi per discutere del destino di 280 facchini (che con i nuclei famigliari arrivano a circa mille persone)  che FedEx/TNT vuol buttare in mezzo ad una strada».

«La multinazionale della logistica afferma - si legge in una nota del sindacato - di voler consolidare la propria presenza sul territorio nazionale andando ad aprire nuovi magazzini o potenziandone altri penalizzando però una provincia come Piacenza che nella logistica ha una collocazione geografica di assoluta importanza. Il magazzino piacentino non solo ha una posizione baricentrica rispetto le rotte di movimentazione delle merci, ma ha pure dotazioni, quali il "sorter" e le rulliere che sono in grado di smistare oltre 200mila colli al giorno. La scelta di chiudere l'impianto prevedendo per i lavoratori la cassa integrazione risulta pertanto strumentale ed artificiosa, tutta indirizzata ad utilizzare lo spauracchio dei licenziamenti per poter affermare un dominio autoritario sui lavoratori ed annichilire qualunque loro richiesta di miglioramento delle condizioni di lavoro e sicurezza. Usb richiede con fermezza che si ripristini un terreno di confronto serio e veritiero, che il magazzino riapra immediatamente. Nella pandemia la logistica è l'unico settore che ha avuto un incremento a due cifre (+30%); i lauti profitti dei providers devono avere una ricaduta anche sui lavoratori che li hanno prodotti anziché essere accaparrati e gelosamente conservati col ricatto e le intimidazioni. In questo quadro le istituzioni territoriali, regionali e nazionali non possono accettare senza reagire l'arroganza di Fedex-TNT. USB chiederà l'apertura di un tavolo di crisi al MISE per garantire stabilità occupazionale».

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