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L'intervento / Bobbio

«La Valtrebbia ha perso una grande occasione sull'acqua termale. È mancata la volontà politica»

Riceviamo e pubblichiamo una nota dell'Associazione “Comitato Terme e val Trebbia” circa la questione delle acque termali a Bobbio

Riceviamo e pubblichiamo una nota dell'Associazione “Comitato Terme e val Trebbia” circa la questione delle acque termali a Bobbio.
«E' stato annunciato in questi giorni il raddoppio della vasca del rio Foino, da tempo punto di ritrovo per chi raccoglie l’acqua solforosa, per fare abluzioni o solo due chiacchiere. Di acque termali c’è richiesta, il ricordo dello stabilimento termale è ancora vivo, ristrutturando il cannello di rio Foino l’amministrazione riconosce l'importanza di questa risorsa. Ma la val Trebbia merita molto di più considerando alcune cose.
Una indagine, promossa dall'Unione dei comuni nel 2018 e finanziata dalla Regione, per 10mila euro, aveva appurato la presenza di acque termali sotto l'area di San Martino e l'impossibilità di usare le acque dell'ex stabilimento termale inquinate da infiltrazioni. Risultati che anche i tecnici della Regione avevano valutato promettenti. Rimaneva quindi un carotaggio per completare l’indagine, sempre finanziato dalla Regione al costo di 20mila euro, se solo fosse giunta una richiesta un tal senso.

Sappiamo che questo percorso si è invece fermato perché l'Unione dei Comuni per ben tre anni ha sì inviato alla Regione richieste, ma nessuna adeguata rispetto all’obiettivo di avere i finanziamenti. Per chi dichiara di avere a cuore la tenuta e lo sviluppo dell'economia in val Trebbia non è un bel segnale.
Il recupero di una fonte di acqua calda termale, come quella individuata in zona San Martino avrebbe prodotto ricadute ben più importati di una vasca al rio Foino.

La risorsa termale (da trasferire come risorsa pubblica ad Ausl) avrebbe permesso all’ospedale di Bobbio di diventare per tutta la provincia un centro di riferimento importante per le cure termali. Così facendo si sarebbe consolidata la prospettiva di trasformazione da Osco a “ospedale di Montagna”.
Con un riferimento alle cure termali in zona si sarebbero avute ricadute importanti sull'economia della valle (alberghi, ristorazione, turismo) poiché dalla provincia, e non solo, sarebbero arrivate quelle persone che oggi per accedere a cure termali devono compiere importanti spostamenti. A Bacedasco l’hanno capito e sono in corso lavori di riapertura.

Di fronte alla buona notizia sulla ristrutturazione della vasca del rio Foino è bene ricordare cosa la valle ha perso nella mancata e reale valorizzazione di una risorsa come quella termale. La ristrutturazione della vasca a rio Foino non può far dimenticare l'urgenza di una programmazione sul recupero di una importante risorsa termale che avrebbe avuto ben altro impatto sulla valle, sull'occupazione, sul commercio, sul turismo e sulla tenuta e sviluppo di un ospedale. Ma nulla è perduto. Serve volontà politica».

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