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Le nuove frontiere dell’oncologia e l’umanizzazione delle cure: Cavanna dal Rotary Valtidone

Il Rotary Club Val Tidone, Distretto 2050, ha avuto come relatore il professor Luigi Cavanna

Giovedì 29 settembre, presso il ristorante “La Colonna” di San Nicolò a Trebbia, si è svolta una Conviviale del Rotary Club Val Tidone, Distretto 2050, che ha visto come relatore il Prof. Luigi Cavanna, Direttore di Dipartimento Oncologia-Ematologia Azienda Usl di Piacenza e Presidente del Collegio Italiano Primari Oncologia Medica Ospedaliere (CIPOMO). Cavanna è autore di oltre 650 pubblicazioni di cui oltre 300 su riviste internazionali

Introdotto dai due vicepresidenti del Club, Valentina Stragliati e Gian Piero Torretta, il relatore ha evidenziato quanto siano fondamentali i comportamenti e gli stili di vita sani, evitando i fattori di rischio quali il fumo di sigaretta, l’obesità, la vita sedentaria, una alimentazione ricca in grassi e zuccheri. Ha ricordato inoltre che oltre il 30% dei tumori sono dovuti ai nostri comportamenti e sono quindi in un certo senso evitabili. È quindi fondamentale sottoporsi agli screening attivi nel nostro Paese per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore del colon, del collo, dell’utero, della mammella. Cavanna è poi entrato più nello specifico delineando quelli che sono i settori di sviluppo e di ricerca del collegio italiano primari oncologia medica ospedaliera (Cipomo) di cui è presidente, durante il mandato 2021-2023. I settori rilevanti sono: oncologia di precisione / medicina personalizzata, oncologia del territorio e umanizzazione delle cure. L’oncologia dì precisione è un’area di grande innovazione, qualche decennio fa per programmare ed iniziare una cura antitumorale era sufficiente la diagnosi istopatologica e lo stadio della malattia, oggi con la disponibilità di metodiche di sequenziamento genico esteso, è possibile individuare in tumori anche del tutto simili dal punto di vista istopatologico, differenze in mutazioni di geni all’interno della cellula, oppure trovare una diversa espressione di recettori sulla superficie cellulare . I recettori possono essere paragonati ad antenne che sono sulla superficie delle cellule. Tutto questo potrebbe essere molto interessante dal punto di vista della conoscenza, ma la cosa importante per il malato è che in molte situazioni alla mutazione di un determinato gene, oppure alla presenza di un determinato recettore corrisponde un farmaco che può bloccare la crescita del tumore, o farlo regredire o cronicizzarlo. A tutto ciò corrisponde un aumento di guarigioni, un aumento di sopravvivenza, con la possibilità di vivere una vita qualitativamente buona. Con l’aiuto di immagini di cellule, di sequenziamento, di recettori, ottenute dalla Biologia Molecolare, Cavanna ha illustrato il complesso meccanismo con cui si riesce ad ottenere oggi una terapia personalizza per tante persone malate di tumore. Un altro filone di ricerca che ha portato una notevole innovazione in oncologia è l’immunoterapia oncologica; si tratta di farmaci biologici, anticorpi monoclonali, che somministrati per via venosa, riescono a riattivare, a risvegliare le cellule immunitarie (i linfociti del sangue), che così possono aggredire il tumore. Il secondo settore in cui l’oncologia nazionale - e non solo - è molto impegnata è l’oncologia di prossimità. Si tratta di portare le cure oncologiche vicino al domicilio del paziente, facendo risparmiare tempo, evitando spese e disagi ai malati e ai loro familiari. Su questa tematica la realtà della provincia piacentina è all’avanguardia, infatti esiste una rete provinciale, ormai ultra decennale, che comprende gli ospedali di tutte le vallate, e la casa della salute di Bettola, in quanto in val Nure non vi sono ospedali pubblici. Con questo modello, i medici oncologi si spostano dall’oncologia di Piacenza negli ospedali di Bobbio, Castel San Giovanni, Fiorenzuola, alla casa della salute di Bettola, e lì, coadiuvati da infermiere specializzate, possono curare tantissimi malati. Il Dott. Cavanna ha portato inoltre i risultati di una recente ricerca scientifica, sull’oncologia del territorio Piacentino che riguarda circa 1.400 malati. Tale ricerca sta suscitando molto interesse a livello delle istituzioni nazionali, anche per quanto riguarda i fondi PNRR. La terza tematica in corso di sviluppo è l’umanizzazione delle cure: Cavanna ha sottolineato quanto sia importante un’accoglienza ed un’assistenza che rispetti la dignità del malato e dei familiari. Oggi vi è il rischio concreto che si cerchi soltanto la mutazione del gene e poi si dia la medicina diretta a colpire il difetto della cellula tumorale, dimenticando che quella cellula è in un corpo di una persona, che ha la propria vita, i propri affetti, il proprio vissuto. La medicina di precisione è fondamentale, è necessaria, ma non sufficiente, dobbiamo tutti fare ogni sforzo per far sentire curato in modo globale ogni paziente.

Cavanna non poteva non concludere con un accenno alle cure domiciliari durante la pandemia Covid durante la prima ondata: “posso dire che mi ha fatto molto piacere leggere una pubblicazione sul Lancet del 25 agosto scorso dal titolo «Le cure a casa del Covid come frontiera innovativa». Per noi il Time lo aveva scritto nella prima decade di aprile 2020, circa un mese e mezzo dopo l’inizio della pandemia in Italia”.

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