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Legambiente: «A Gossolengo le solite litanie, ingiustificata la svendita del territorio»

L’associazione prende posizione contro la proposta di un insediamento da 150mila mq: «L’Amministrazione di Gossolengo fermi questa operazione di logistica “spezzatino”»

La proposta di un insediamento logistico a Gossolengo fa discutere. Arriva la presa di posizione dell’associazione Legambiente, da sempre battagliera contro questo genere di investimenti sul territorio. «Legambiente – si legge in una nota - da tempo denuncia e si oppone allo sviluppo insostenibile della logistica nel territorio dell’intera Provincia di Piacenza, a discapito del dichiarato obiettivo regionale di consumo di suolo zero. Una logistica “spezzatino” che autorizzazione dopo autorizzazione sta completamente ridisegnando il territorio provinciale di pianura in totale disprezzo della salvaguardia dell’ambiente e del suo importante e rigoglioso patrimonio agricolo. A tutto questo si aggiunge una sempre più pesante situazione dell’emergenza circa la qualità dell’aria che i cittadini sono costretti a respirare giornalmente e che fa registrare, in tutta la Pianura Padana, situazioni al limite del sostenibile da anni. Ultimo caso, in ordine di tempo, quanto sta avvenendo a Gossolengo con una lottizzazione di 150 mila metri quadrati complessivi che, se non fermata, accoglierà capannoni di 14 metri di altezza a pochi metri dalle abitazioni».

«A poco valgono le ragioni addotte dall’Amministrazione nell’acceso Consiglio Comunale a giustificazione della proposta di insediamento. Si sono ascoltate le solite litanie su piani urbanistici approvati dalle precedenti Amministrazioni, come se la colpa dovesse sempre cadere su chi c’era prima, sull’ammontare degli oneri urbanistici che si incasserebbero, sulla solita deleteria dicotomia posti lavoro – difesa dell’ambiente che a noi appare sempre di più un ricatto, come se tutto questo potesse giustificare in qualche modo la svendita del territorio e il suo snaturamento».

«Val la pena ricordare che Legambiente assieme al Comitato “No al Bitume – Si al Parco del Trebbia” da sempre si sono battuti, e tutt’ora si battono, contro la proliferazione delle attività estrattive nel Parco del Trebbia e alla installazione di nuovi impianti (esempio ormai arcinoto impianto di produzione di conglomerati bituminosi a Ponte Nuovo), che hanno portato ad un aumento esponenziale del traffico pesante che interessa la Provinciale 28 alle porte di Gossolengo, alla presenza di manifestazioni di natura odorigena difficilmente sopportabili. E ora, a tutto ciò, vogliamo aggiungere un ulteriore impatto sul territorio con la localizzazione di attività che produrranno, per certo, un aumento di traffico pesante in un’area che ricordiamo presenta già livelli di sforamento dei limiti delle polveri sottili nell’aria ben al di sopra dell’accettabilità».

«L’alternativa esiste, ce lo ha dimostrato recentemente il sindaco di Calendasco Filippo Zangrandi, il quale assieme alla propria Giunta ha saputo dire di “no” ad una richiesta avanzata di parco logistico nel proprio territorio. Evidentemente gli strumenti ci sono per poter dare piena attuazione all’obiettivo di consumo di suolo zero che la Regione, almeno a parole, propugna con forza. Legambiente e lo stesso Comitato “No al Bitume – Si al Parco del Trebbia” non possono che essere al fianco di quei cittadini, riunitisi nel neonato Comitato “Regina”, a difesa di quella parte di territorio ora minacciata, chiedendo con forza che questa ennesima ferita che si vuole infliggere al territorio venga evitata. Da parte nostra faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per opporci a questo ennesimo esempio di logistica “spezzatino”, studieremo al solito le tante carte delle complesse procedure amministrative, produrremo le nostre osservazioni ma soprattutto informeremo costantemente i cittadini, come sempre abbiamo fatto, invitandoli a dare il massimo supporto allo spontaneo Comitato di cittadini “Regina”. Chiediamo altresì con forza alla Amministrazione di Gossolengo di fermare questa lottizzazione e di ascoltare i cittadini che vogliono uno sviluppo del proprio territorio sostenibile e rispettoso dell’ambiente».

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