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«Logistica e primato per i tumori: non possiamo esserne fieri. Il percorso sul Pug sia davvero partecipativo»

Il Coordinamento Comitati medicina Territoriale fa il punto sugli insediamenti nel Piacentino e sulle conseguenze per ambiente e salute: le richieste agli amministratori

«Piacenza ha il primato del cemento e del consumo di suolo: ai capannoni e all’asfalto del polo logistico come se non bastasse, qualcuno ne vuol aggiungere altri. A Roncaglia è stato autorizzato un capannone gigantesco, al Gerbido un megaparcheggio di camion, a Fiorenzuola impianti frigoriferi mostruosi e poi ancora si vuole un ospedale al posto di campi coltivati. Tanti altri insediamenti chiamati strategici quando strategici non lo sono affatto. Oltre al primato per cementificazione, ben documentato da Pietro Chiappelloni in una sua lettera ai giornali, Piacenza ha purtroppo un altro primato da allarme rosso, quello sui tumori sviluppati in persone tra i 20-64 anni. Due primati collegati tra di loro». A fare il punto è il Coordinamento Comitati medicina Territoriale (Comitato terme e val Trebbia, Gruppo Acquisto Popolare, Legambiente Piacenza e “Riconquistiamo tutto” area congressuale Cgil Piacenza).

«La distesa di capannoni attorno a Piacenza, oltre al danno prodotto dalla cementificazione del suolo regala alla comunità l’inquinamento prodotto, giorno e notte, da file ininterrotte di camion della logistica – scrivono in una nota -. Per il polo di Piacenza passa il 35% delle merci nazionali. Al traffico veicolare si aggiunge il carico di emissioni inquinanti da impianti industriali, di produzione di energia e di trattamento dei rifiuti fortemente concentrati nel ridotto tratto di pianura. I bollettini che monitorano gli sforamenti dei limiti convenzionali sulla qualità dell’aria che respiriamo ci suggeriscono più di una fondata ipotesi sul picco di tumori per cui si distingue tristemente Piacenza. Un altro primato, quello della mortalità per tumori, di cui non possiamo andare fieri. Su 10.000 abitanti, l’incidenza di tumori a Piacenza è del 8,6%, in Emilia Romagna del 7,6%, in Italia del 8,1%. A questi dati, risultato di un’indagine congiunta di Istat e uffici Statistica delle Province, si aggiungono quello dello studio condotto dal CNR e dalle Università di Bologna e Bari, di cui il prof. R.C. Gatti è principale autore. Dove viene ribadita la correlazione tra fonti di inquinamento ambientale come pesticidi, traffico, inceneritori, pessima qualità dell’aria con l’insorgenza di tumori».

«Riguardo la concentrazione di PM10 nell’aria – proseguono - gli ultimi dati ARPAE dicono che Piacenza è la città con la situazione peggiore della regione, con sei giorni di sforamento negli ultimi 9 giorni. Da Ausl i cittadini si aspettano che vengano cure e prevenzione. Dagli amministratori del Comune di Piacenza, che stanno lavorando sul Piano Urbanistico Generale, e dagli amministratori provinciali, che stanno elaborando il PTAV (Piano Provinciale) i cittadini si aspettano un deciso cambio di rotta per il miglioramento della qualità dell’aria e la tutela della salute». Si chiedono i comitati: «Che scelte sono previste per potenziare il traffico merci su ferrovia? Per ridurre le emissioni del sistema produttivo? Abbiamo chiesto un maggior coinvolgimento dei cittadini nelle scelte. Il comune di Piacenza sta per iniziare un percorso partecipativo per il PUG. Ci auguriamo che lo sia davvero. Abbiamo chiesto anche alla Provincia una presentazione del Piano Provinciale (PTAV) anche ai cittadini delle quattro vallate e uno studio approfondito sull’impatto ambientale cumulativo delle emissioni inquinanti oggi esistenti. Per ora la richiesta è stata ignorata. Chiedere serie misure  di tutela della salute nostra e dei nostri giovani è forse chiedere troppo?».

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