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Venerdì, 26 Aprile 2024
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In pensione il professor Luigi Cavanna, primario di Oncologia

Il noto oncologo piacentino, dopo 43 anni di attività, in questi giorni ha lasciato il reparto di oncologia dell'ospedale di Piacenza che dirigeva

Il professor Luigi Cavanna è ufficialmente in pensione. Il noto oncologo piacentino, dopo 43 anni di attività, in questi giorni ha lasciato il reparto di oncologia dell'ospedale di Piacenza che dirigeva. Nel 2020, in piena emergenza Covid, balzò alla ribalta nazionale e internazionale per essere stato il primo a organizzare un'unità mobile di diagnosi e cure domiciliari per i malati. Modello, quello delle “Usca”, poi esteso in tutta Italia. È stato inoltre Cavanna, con la sua équipe, ad introdurre a Piacenza il trapianto di midollo e cellule staminali autologo, nel 1999, a cui è seguito - nel 2002 - il debutto di quello da donatore. Il professore originario di Bolgheri di Ferriere è stato uno dei pionieri dell'Oncologia sul territorio nei primi anni Duemila. Il suo lavoro ha dimostrato che i malati curati con questo modello risparmiano migliaia di chilometri per sottoporsi alle cure. Dal 2021 è presidente nazionale del Cipomo (Collegio italiano primari di oncologia medica). Nel suo presente e nel suo futuro la guida di una casa di cura cittadina. 

Durante l’ultima seduta del Consiglio comunale diversi esponenti politici hanno espresso un ringraziamento al prof. Cavanna, a partire da Luca Zandonella (Lega), Gloria Zanardi (Fd'I) passando per Patrizia Barbieri, ex sindaco di Piacenza, che avrebbe voluto Cavanna nella sua ipotetica Giunta, in caso di riconferma.  Anche l’attuale primo cittadino, Katia Tarasconi, ha voluto ringraziare pubblicamente l’oncologo. «Sono certa di esprimere i sentimenti di tutti i nostri concittadini – ha scritto in una nota Tarasconi - nel rivolgere al prof. Cavanna un ringraziamento carico di emozione per il lavoro prezioso e insostituibile che ha svolto in questi anni a presidio della sanità piacentina, ma ancor prima a tutela delle persone e del loro diritto alla cura. Emerge innanzitutto la grande, autentica umanità, come componente essenziale del suo costante impegno per la ricerca, l'innovazione nella dotazione tecnologica e strumentale, l'accessibilità dei servizi. Penso che ciascuno di noi porti nel cuore il suo essere stato in prima linea durante le fasi più critiche dell'emergenza Covid, così come l'esperienza – personale o vissuta accanto a familiari, amici o conoscenti che purtroppo hanno dovuto affrontare il peso della malattia – del Dipartimento di Onco-Ematologia come punto di riferimento solido, in cui avere fiducia e sentirsi non presi in carico, ma accolti e accompagnati in ogni tappa del cammino. Grazie per aver onorato, ogni giorno in questi 43 anni di servizio alla nostra comunità, il ruolo di medico e i principi che ne sono fondamento, interpretando con profonda dedizione e generosità quei concetti di centralità del paziente e umanizzazione delle cure di cui, nella concretezza e nel valore del suo lavoro, è sempre stato testimone. Confidando che la sua competenza, la ricchezza della sua esperienza professionale e l'esempio che ha trasmesso ai suoi colleghi possano sempre rappresentare una risorsa per la collettività piacentina, rinnovo la mia più sincera stima e riconoscenza anche a nome dell'Amministrazione comunale».

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