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Martedì, 16 Aprile 2024
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Dalla passeggiata con il cane ai cuccioli, come comportarci se incontriamo un lupo

Alcune indicazioni tratte dal vademecum pubblicato sul sito della Prefettura di Piacenza: niente foto alle cucciolate o cibo per animali domestici lasciato fuori dalle abitazioni

Niente cibo per animali domestici lasciato all’esterno, cani al guinzaglio durante la passeggiata e no a foto o osservazioni delle cucciolate. Sono alcune delle indicazioni fornite da “Buone pratiche per una corretta convivenza con il lupo in aree agricole ed antropizzate”, brochure pubblicata sul sito della Prefettura di Piacenza, con l’obiettivo di divulgare alcune informazioni utili collegate alla presenza del lupo nella nostra provincia, anche con riferimento ad alcune norme comportamentali da seguire. «In genere il lupo è un animale schivo e diffidente nei confronti dell’uomo, che tende accuratamente ad evitare» spiega la brochure. «Come per gli altri grandi carnivori, bisogna evitare di attirare il lupo nei pressi degli insediamenti umani. Ciò costituisce l’elemento essenziale per una convivenza più pacifica possibile. Attrarli, ad esempio con il cibo, anche se indirettamente, aumenta il rischio di innescare il processo di abituazione, cioè un’assuefazione progressiva alla presenza dell’uomo e delle sue attività». Cosa fare in caso di incontro fortuito con uno o più lupi? «Non è necessario nessun comportamento particolare» precisa il vademecum. «Non si hanno segnalazioni di aggressioni dirette di lupi a danno di persone. In caso di passeggiata con il cane, bisognerà richiamarlo per evitare che insegua il lupo in aree chiuse (bosco). I lupi che nascono e crescono in ambienti antropizzati mostrano generalmente un minor timore delle strutture di origine antropica, come le abitazioni, ma anche nei confronti degli autoveicoli e delle macchine agricole. Questo significa che avvistare un lupo con atteggiamento “tranquillo” in questi ambienti non è da considerarsi come una stranezza comportamentale, ma un semplice adattamento all’ambiente in cui vive. In Pianura Padana, grazie all’ambiente aperto, ormai è molto frequente avvistare i lupi. Nel caso, invece, si osservassero lupi con comportamenti confidenti, cioè tolleranti le persone anche a distanza ridotta, dell’ordine di poche decine di metri, o che si avvicinano attivamente e ripetutamente alle persone all'interno di questa distanza, è buona regola avvisare le autorità competenti (ad esempio carabinieri forestali, carabinieri, polizia municipale, servizi veterinari). Si dovrà inoltre valutare l’eventualità che non si tratti di un lupo, ma di un cane più o meno inselvatichito avente una conformazione similare».

Animali da compagnia - «In alcuni casi si sono verificate aggressioni di lupi nei confronti di animali da compagnia, in particolare cani e gatti. Il lupo si adatta a diverse fonti di cibo, anche di origine antropica. Il cibo per i cani e i gatti, che in alcuni casi viene lasciato nei pressi delle abitazioni, delle colonie feline e delle stalle, rappresenta una forte attrazione, nel caso soprattutto degli esemplari di lupo più deboli o non associati stabilmente ai nuclei familiari. I cani di piccola taglia, soprattutto negli orari notturni, andrebbero ricoverati in un posto sicuro, come un box, oppure in un locale chiuso. In un’area di presenza di grandi predatori è fortemente sconsigliato l'utilizzo della catena». Viene inoltre ricordato che in Emilia-Romagna l’uso della catena è vietato, se non temporaneamente e per particolari motivazioni. «Sarebbe buona norma assicurarsi che, soprattutto in orari notturni, il cibo per animali domestici non rimanga a disposizione degli animali selvatici» sottolinea la brochure. «Ricordiamo che il cibo potrebbe attrarre, oltre al lupo, diversi altri animali selvatici come mustelidi, cinghiali, volpi che, anche per motivazioni sanitarie, non dovrebbero venire a contatto con i nostri animali domestici. Si consiglia perciò vivamente di non lasciare cibo (di qualsiasi tipo) potenzialmente sfruttabile anche dai lupi, in genere non abbandonare nessun tipo di sostanza organica, specialmente nei pressi delle abitazioni, che possa attirare i lupi».

Passeggiate con il cane - «Durante le passeggiate o le uscite con il cane è opportuno tenere i cani al guinzaglio. Il cane libero in alcune aree, oltre ad essere un potenziale disturbo per la fauna selvatica in genere, rischia di incontrare i lupi. Il cane libero, inoltre, costituisce una potenziale minaccia per la conservazione del patrimonio genetico della specie lupo in quanto è in grado di accoppiarsi e produrre prole fertile».

L’incontro con una cucciolata - «In ambienti antropizzati di pianura i lupi, per allevare i cuccioli, scelgono ambienti poco frequentati dall’uomo come gli ambienti fluviali, i campi di granturco o le aree recintate e inaccessibili al pubblico. In queste situazioni i cuccioli, soprattutto dai mesi da agosto in poi, possono essere visibili ed avvicinabili. Questa è una fase molto delicata per i giovani lupi, una fase in cui possono più facilmente essere soggetti ad abituazione nei confronti dell’uomo» si puntualizza. «In caso di presenza di una cucciolata di lupo in un contesto antropizzato, è buona norma evitare di arrecare disturbo, per esempio appostandosi sistematicamente nelle immediate vicinanze della cucciolata per compiere fotografie ed osservazioni. Questo, a lungo andare, potrebbe abituare i cuccioli alla presenza umana; per lo stesso motivo è fondamentale non alimentare mai artificialmente i piccoli».

La brochure è stata condivisa nel corso di una riunione in Prefettura della III sezione “Ambiente, Territorio e Infrastrutture” della Conferenza permanente,a  cui hanno preso parte rappresentanti del Gruppo Carabinieri Forestali, di Ispra, del Servizio veterinario dell’Ausl, del Servizio agricoltura, caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, della Provincia, del Comune, della Questura, del Comando provinciale della Guardia di Finanza, del Comando provinciale dei Vigili del fuoco, del Comando Sezione Polizia stradale, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna e dell’ordine dei Medici veterinari e del Centro recupero Fauna selvatica. Il documento è frutto e sintesi di un lavoro sinergico di tutte le componenti ed è consultabile sul sito della Prefettura.

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