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Dai viaggi al branco, ritrovato in Valtrebbia il collare che racconta l'incredibile storia di lupo Ventasso

Catturato nel 2016 dai tecnici del Wolf Apennine center, il lupo era stato rilasciato munito di un radiocollare che ha consentito per 910 giorni di seguirne spostamenti e comportamenti

In Valtrebbia ritrovato il radiocollare di Ventasso, strumento che ha consentito di raccontare «l’incredibile storia di un giovane lupo in dispersione che è riuscito a creare un branco». Una scoperta fatta nei giorni scorsi dall’istruttore escursionistico nazionale della Federazione italiana escursionismo, Pietro Nigelli, e da Marco Pizzamiglio (nella foto), associato dell’Appennino trekking.

                                      PIZZAMIGLIO con il radio collare 040821-2

«Ventasso è un lupo catturato nel settembre del 2016 all’età di circa due anni dai tecnici del Wolf Apennine Center, nell’ambito di un progetto cofinanziato dall’Unione Europea Life Mirco-Lupo. Il progetto aveva come obiettivo principale quello di minimizzare l’impatto del randagismo canino sulla conservazione del lupo e, tra le diverse azioni, erano previste catture e sterilizzazioni di esemplari risultati ibridi alle analisi genetiche. Le analisi genetiche hanno confermato che Ventasso era un lupo “puro” e quindi, dopo averlo munito di radiocollare, è stato rilasciato in libertà al fine di seguirne gli spostamenti» spiega una nota della Fie, ripercorrendo dall’inizio la vicenda giovane lupo, documentata anche in un video. «In una prima fase si è osservato che il lupo tendeva a muoversi su grandi distanze, più o meno in un’unica direzione vivendo la fase del dispersal, un periodo più avventuroso nella vita di un lupo e quello che lo rende forse più simile a noi: una volta maggiorenni, facciamo in molti la stessa cosa e per gli stessi motivi. Nell’arco di poco più di due mesi, Ventasso ha percorso l’incredibile distanza di oltre 500 chilometri: dall’Appennino reggiano si è spostato rapidamente su quello piacentino; attraversata l’alta Val Trebbia, ha percorso tutta la Val Boreca sconfinando nell’Alessandrino e nel Pavese per poi ritornare sui propri passi».

«A dicembre il suo comportamento spaziale è cambiato all’improvviso - spiegano - il lupo è diventato territoriale, si è accompagnato a una femmina e ha “messo su famiglia”. In sostanza, Ventasso è riuscito con successo a effettuare il dispersal trovando un’area libera all’interno del puzzle di territori probabilmente già occupati e ha formato il suo nucleo famigliare. I due lupi hanno a disposizione un territorio di 90 km quadrati, nella norma per un piccolo branco; a maggio 2017 le posizioni Gps indicano anche la presenza del cosiddetto “rendez-vous”, luogo dove vengono allevati i cuccioli. Vengono posizionate le fototrappole che riprendono Ventasso che, da buon padre di famiglia, procaccia e porta cibo ai cuccioli e, successivamente, la coppia di Lupi con al seguito la prole cresciuta. Il suo territorio si trova a circa 80 km in linea d’aria dal sito di cattura. Il suo viaggio testimonia uno dei meccanismi che permettono ai giovani lupi di diventare individui territoriali, dominanti e, quindi, riproduttivi. Dopo 910 giorni, il collare si è staccato, ma è riuscito a raccontarci una storia incredibile, la storia di un giovane Lupo in dispersione che è riuscito a creare, riproducendosi, un branco. Sono passati alcuni anni di silenzio ma ecco che la storia di Ventasso ritorna all’onore della cronaca. In questi giorni l’istruttore escursionistico nazionale della Fie Pietro Nigelli (nella foto con con i lupi Italiani Whisky e Duncan) ed un associato dell’Appennino Trekking Marco Pizzamiglio mentre effettuavano opere di pulizia di un’area boscata in media val Trebbia hanno trovato un radio collare che risulta essere quello di lupo Ventasso».

                                 NIGELLI con i Lupi Italiani Whisky e Duncan-2

«Ma il lupo? Ci piace pensare - aggiunge la nota - che sia ancora in vita insieme al suo branco e, come tutti i lupi, si faccia i fatti suoi non arrecando disturbo alcuno a noi umani sempre presi dalla favola di Cappuccetto Rosso. La Fie attraverso l’associazione federata Appennino Trekking opera dal 1984 - anno in cui ha segnalato per la prima volta il lupo nel Piacentino - per divulgare la conoscenza di questo essere vivente, così simile per socialità all’uomo, nelle scuole di ogni ordine e grado, presso comunità e gruppi al fine di eradicare l’atavica paura dell’uomo nei confronti dell’animale e, quindi, attraverso la conoscenza portare al rispetto ed alla sua tutela».

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