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Giovedì, 18 Aprile 2024
Attualità Ottone

Manca la guardia medica, sempre più turni scoperti in montagna

Diversi turni non vengono coperti dal servizio di continuità assistenziale. Il sindaco di Ottone Beccia: «Medici di famiglia allertati prima per tamponare la situazione». Oppizzi (Ferriere): «L’Ausl sta facendo il possibile»

Una guardia medica “smonta” dal suo turno e si dà il cambio con…nessuno. Succede, sempre più spesso, a Ferriere, a Ottone, a Bettola. Un po’ in tutta la montagna, almeno laddove il servizio di continuità assistenziale esiste ancora. Nei territori più periferici si fatica a trovare medici disponibili e disposti a svolgere questo ruolo, tra quelli che potrebbero farlo (che non sono tantissimi).

Nelle località di montagna la guardia medica dovrebbe prendere servizio, durante la settimana “feriale”, dalle 8 di sera alle 8 di mattina. Il sabato e la domenica per tutte e 24 le ore. Nel weekend un medico può coprire al massimo un turno di 12 ore, poi, per legge, deve lasciare il posto ad un altro. Quindi in 24 ore si devono alternare due professionisti, per darsi il cambio. Questo sempre più raramente accade. Da qualche tempo sono evidenti le difficoltà nella gestione dei turni. Così può capitare, sempreguardia medica-4 più frequentemente, quello che è avvenuto sabato scorso nel capoluogo dell’Alta Valnure. Una donna bussa alla guardia medica per una necessità impellente, ma non c’è più nessuno. Il presidio di guardia medica più vicino è a Bettola, nella sede della Casa della Salute. Ma la signora non guida, non ha un’auto e non sa come fare.

Come mai, in questi ultimi mesi, la scena si ripresenta più frequentemente? Probabilmente perché i medici sono maggiormente impegnati nell’attività di vaccinazione anti-Covid. Soprattutto nella prima fase l’Ausl ha chiesto l’impegno di tutti per vaccinare in massa la popolazione. Per diverse settimane erano sei i punti vaccinali del territorio operativi (Piacenza Expo ed ex Arsenale in città, Fiorenzuola, Castelsangiovanni, Bobbio e Bettola). Inoltre, l’attività di somministrazione del vaccino, numeri alla mano, è molto più remunerativa rispetto a quella di “guardia medica”. Per questo la bilancia pende da una parte e la montagna rimane scoperta.

Non è un problema nato con il Covid. Il calo del numero dei medici di medicina generale (i classici “medici di famiglia”) e la progressiva scomparsa delle “guardie mediche”, stanno diventando sempre più drammatiche. Scelte organizzative discutibili, a livello nazionale, degli ultimi decenni, si stanno ripercuotendo ora, senza pietà, sui territori. Ad Ausl si potrebbe far notare che, guardando la mappa delle guardie mediche (quelle ancora esistenti sul territorio), sarebbe maggiormente fondamentale preservare il servizio nelle località molto più lontane da Piacenza. La “scopertura” di un turno di guardia medica a Piacenza, Fiorenzuola o San Nicolò - le prime due hanno l’ospedale e il pronto soccorso, la terza è a un tiro di schioppo dalla città - avrebbe conseguenze minori rispetto a Morfasso, Ottone o Ferriere.

«Capiamo i problemi dell’Ausl – commenta il sindaco di Ferriere Carlotta Oppizzi - i medici purtroppo mancano, stanno facendo il possibile per mantenere coperti i turni, ma è difficile. Con l’Ausl ci rapportiamo, ma davvero, non si può fare diversamente». Ad Ottone si prova a fare squadra. «Purtroppo capita che il servizio venga meno per mancanza di personale – spiega il sindaco Federico Beccia, che è anche medico di medicina generale - e insieme ad Ausl proviamo a tamponare la situazione. Ad esempio quando il servizio non è garantito, noi medici di famiglia della Valtrebbia veniamo allertati per tempo, in modo da renderci disponibili in caso di bisogno. Devo dire che tutti i medici della nostra zona si rendono disponibili e reperibili in quei frangenti».

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