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Contro l'ospedale nuovo

«Mantenere l’ospedale di via Taverna significa salvare un pezzo importante di città»

Il comitato “Salviamospedale” prosegue la sua battaglia: «Tra autorità, partiti e associazioni tutti d’accordo sul nuovo ospedale, ma i piacentini non sono interpellati»

Il comitato “Salviamospedale” prosegue la sua battaglia contro la realizzazione di un nuovo ospedale fuori dal centro storico di Piacenza. «La proposta di un nuovo ospedale – ricorda Augusto Ridella, portavoce del comitato -, è voluta dai medici ospedalieri, pur senza riscontri obiettivi (quanti medici?). È appoggiata da tutte le forze politiche nessuna esclusa. È appoggiata da tutti i consiglieri comunali di Piacenza. È appoggiata da tutti i sindaci della Provincia di Piacenza e da tutte le forze economiche e sindacali. In altre parole, tutti lo vogliono. Il Comitato “Salviamospedale” cosa risponde di fronte a questi fatti? Sul punto preliminarmente affermiamo, con veemenza: il nuovo ospedale lo vogliono tutti i “decisori” e cioè quelli che contano o pensano di contare a Piacenza e Provincia. La città di Piacenza e la sua Provincia, come soggetto destinatario di tale opera fondamentale, non è però mai stata né interpellata né informata (salvo il pubblico dibattito organizzato da questo comitato). La ragione principale della scelta di opporsi con forza alla realizzazione del nuovo nosocomio è dettata prevalentemente dalla ferita mortale che tale opera causerebbe alla città. Salvare l’ospedale di Via Taverna significa salvare un pezzo importante della città».

«Rendiamoci conto – prosegue Ridella - infatti, che la fotografia che abbiamo oggi è desolante. Le caserme sono state abbandonate da decenni, l’elenco sarebbe troppo lungo, così come da decenni è chiuso l’ospedale militare. Piazza Cittadella è abbandonata e così anche il lungo Po. Il centro storico non solo è sporco, ma è sempre più un deserto. Le piste ciclabili sono un facile parcheggio per gli avventori dei pubblici esercizi. L’inquinamento è alle stelle. Noi ripetiamo che demolire l’ospedale di via Taverna significa assestare il colpo di grazia alla città di Piacenza e all’intero territorio. Al contrario, recuperare e rigenerare l’attuale nosocomio, progettando di collegarlo in futuro all’area dell’ex arsenale, situato a poche centinaia di metri (area che sarà presto abbandonata), e di conseguenza all’ospedale militare, sarebbe un toccasana per arrestare la desertificazione della città ed evitare altro consumo di terreno. Ma c’è di più. In poco tempo si potrebbe ottenere un ospedale rigenerato ed ampliato a completo servizio dei malati, dei medici e dei visitatori e, se solo si pensasse a realizzare un’eccellenza in campo sanitario invece che un servizio alberghiero (come si pensa di fare con il nuovo ospedale), anche attrattivo, anziché aspettare 10 anni. Il nostro comitato, con i suoi tecnici (tutti volontari), sta eseguendo approfondimenti per dimostrare che non ci sono ostacoli all’ampliamento del vecchio ospedale (come si ostinano a sostenere il sindaco e l’Ausl). Porteremo, nelle prossime settimane, questo studio a conoscenza dei cittadini. Costi quel che costi dobbiamo salvare l’ospedale e la città».

Augusto Ridella, Stefano Pareti, Giovanni Ambrogi, Stefano Benedetti-2

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