Il mondo dello spettacolo piacentino è in lutto in queste ore per la scomparsa di Marco Peveri, artista e imprenditore musicale ben noto in città, e che negli ultimi decenni è sempre stato protagonista, sul placo e giù dal palco, dell'intrattenimento musicale e non solo.
Peveri si è spento dopo una lunga malattia cardiaca; ma, nonostante la sofferenza, chi lo conosceva ricorda come comunque non abbia mai perduto fino all'ultimo il suo buon umore, la sua forza d'animo e quella sua simpatia genuina che lo caratterizzava da sempre.
«Era un amico buono e spassoso: mancherà molto - dice Katia Tarasconi - Musicista, imprenditore, sportivo e creativo, Marco era figlio d’arte e dalla sua mamma, la grande e indimenticata cantante piacentina Gianna Casella, aveva preso la grinta e la simpatia travolgente. Caratteristiche che aveva trasmesso sui palchi piacentini, e non solo, come batterista dei Freatlones, band piacentina che aveva fondato con il suo grande amico Marcellino Morelli, anche lui scomparso cinque anni fa».

E proprio quell'accoppiata così affiatata con Marcellino Morelli torna alla mente dei tanti amici che li hanno conosciuti e che si sono legati a loro. Tra i tanti che oggi li ricordano insieme c'è anche Nicola Bellotti, fondatore dell'agenzia Blacklemon, che ricorda di aver iniziato a collaborare con Peveri e Morelli tanti anni fa, agli albori dei Venerdì Piacentini.
«Marco e Marcellino erano persone totalmente fuori dagli schemi tradizionali - ricorda Bellotti - sia nel loro lavoro che nelle passioni che avevano. Marco, in particolare, riusciva a rendere particolarmente divertente e più leggero l'aspetto lavorativo, pur ovviamente conservando un tratto di alta professionalità in tutto quello che faceva. Era davvero un piacere lavorare con lui, che è sempre stato un vero caposaldo nel panorama piacentino dello spettacolo. Anche e soprattutto nella parte della direzione artistica che, grazie alle sue conoscenze nel mondo dello spettacolo e delle band piacentine, ci permetta di attingere a tante valide opportunità».

«Marco, come anche Marcellino, era una persona di una generosità pazzesca, entrambi istintivi in quello che facevano, ed è anche per questo secondo me che sono stati così amati. Una coppia lavorativa davvero affiatata, come Batman e Robin. Anche di recente, quando ho sentito Marco al telefono, nonostante fosse già ammalato riusciva a trasmettere tanta forza e buonumore, con quell'atteggiamento positivo che lo ha sempre contraddistinto»