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Giovedì, 18 Aprile 2024
Attualità

«Me ne andai da Piacenza nel 1991 e i nervi scoperti della città erano gli stessi di oggi»

Testimonianza di interesse per il convegno “Nuovo ospedale di Piacenza, a quando e chi poserà la prima pietra”

Grazie per gli articoli seguiti al Convegno sul nuovo ospedale di Piacenza, coordinato da Carlo Mistraletti. (domani seguirà l’intervento conclusivo di Giampietro Comolli  N.d.r.). Articolo molto molto chiaro. Mi sembra un quadro molto interessante che tocca tutti i “nervi” scoperti di Piacenza da decine di anni. Nel 1991 sono andato via da Piacenza a lavorare e i temi sui tavoli politici di allora erano gli stessi di rivalutazione e ristrutturazione e ammodernamento della città. Mi ricordo un “piano città” predisposto credo da Augusto Rizzi, ex titolare della Rdb. Complimenti all’architetto Benzi perché ha posto le questioni in essere in modo “integrale” giustamente a un sistema città di trasporti, ristrutturazione di aree e fabbricati connessi e lungo i vari percorsi primari che si verrebbero a creare, viabilità necessaria e trasporti, parcheggi. Credo che si possa ancora rivedere il piano urbanistico, almeno lo spero e me lo auguro. Un occhio allo stato demografico, antropomorfo e funzionale dell’intero sviluppo cittadino attraverso un recupero di tutto l’esistente elevando efficienza-merito-sicurezza con migliori servizi alla persona… siano ulteriori aspetti da tenere conto in una operazione quinquennale da 200-230 milioni di euro complessivi. Anche il dottor Cavanna, da grande medico, ha perfettamente ragione: non avverso ad un nuovo centro ospedaliero ma in un contesto di comunità e territoriale che innovi e sviluppi un modello di sanità-salute per i piacentini al passo con i fatti e i tempi nuovi. Ottimo indirizzo. Una idea di mega-nosocomio datata 2015 è già superata secondo me oggi.    

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