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Giovedì, 18 Aprile 2024
Attualità Ferriere

Da 21 anni guardia medica in montagna: «Proseguo per amore di Ferriere»

Il dottor Mehdi Sabri, 64enne originario dell’Iran, nei fine settimana parte da Modena per raggiungere l'Alta Valnure: «Mi sento ferrierese, qui mi hanno voluto bene fin dall'inizio»

Da ventun anni viene da fuori provincia a svolgere il servizio di guardia medica a Ferriere. L’attaccamento a questo territorio di montagna del dottor Mehdi Sabri non ha eguali. Sessantaquattrenne, è nato a Rasht, vicino al Mar Caspio, in Iran. «Vengo da una città celebre per la sua gastronomia: ha 170 piatti locali diversi», spiega lui stesso. A Rasht ha svolto l’esame di ammissione a medicina militare, dopo essersi diplomato. «C’erano poche università aguardia medica-4 disposizione, sono riuscito ad entrare alla facoltà di medicina dell’esercito - aggiunge – però poi sono venuto in Italia. Dopo pochi anni è iniziata la guerra tra Iraq e Iran: formandomi nell’esercito sarei stato sicuramente impiegato al fronte».

Nel 1976-77 studia tra Modena e Verona, specializzandosi in Geriatria. «Finiti gli studi ho lavorato a lungo tra Modena a San Giovanni in Persiceto (Bologna)». Come ha scoperto il Piacentino? Nel 2000 una sua collega dalla cittadina bolognese si trasferisce in Alta Valnure per fare la guardia medica a Farini. Così il dottor Sabri arriva, per caso, in questa vallata. «Non veniva nessuno da queste parti, mi sono offerto come titolare a Bettola. Alla luce della specializzazione in Geriatria, l’Ausl mi ha dirottato su Ferriere con la seguente motivazione: “in quella zona ci sono tanti anziani”.

Era il marzo 2000 quando Sabri inizia a lavorare in montagna, nell'ambulatorio situato nel municipio ferrierese. Da allora fa la spola tra Modena, la città nella quale vive, e il capoluogo dell’Alta Valnure. «Lavoro nella provincia modenese, aiuto i colleghi di medicina generale, sono un collaboratore. Li sostituisco quando vanno in malattia, quando vanno in vacanza o hanno problemi.E nel fine settimana faccio la guardia medica».

Ma non le pesa spostarsi fino a Ferriere per fare la guardia medica? «No, vengo volentieri qui. Mi sono ambientato subito, i ferrieresi mi hanno voluto bene fin dal principio, in particolare gli anziani. Purtroppo tanti di loro sono venuti a mancare in questi vent’anni, ho visto da vicino lo spopolamento di alcuni paesini rimasti senza residenti». I numeri non hanno bisogno di ulteriori commenti: quando Sabri arrivò in Alta Valnure per la prima volta, Ferriere aveva 2200 residenti. Oggi, vent’anni dopo, ne ha la metà: 1100.guardia medica 2-2

Il medico si trova benissimo da queste parti. «Mi piace tutto di questa zona, quando sono libero vado a fare qualche camminata». Ma è un’altra la passione del dottore: la cucina. «Da queste parti i ristoranti non deludono mai, in tempi di cinghiale poi... ma io adoro tutto».

Anni fa gli capitava di coprire il servizio anche venerdì, sabato e domenica, consecutivamente, giorno e notte, come turno. Ora non è più possibile: dopo 12 ore di turno un medico deve staccare, per legge. «Fosse per me cambierei questa norma subito - spiega il dottor Sabri -, perché in una realtà come Ferriere il turno, tranne che nel periodo estivo, non è pesante. Le chiamate o le visite non sono molte, si parla di 2-3 interventi a turno. Quindi mi renderei volentieri disponibile a coprire tutto un weekend, rimanendo nel capoluogo, reperibile in caso di bisogno».

Il mestiere di guardia medica è ormai in via d’estinzione. Ciclicamente viene messo in dubbio anche il futuro del servizio stesso a Ferriere e nelle altre realtà di montagna, dove si fatica a trovare operatori disponibili. Come mai non c’è nessuno? «Ci sono stati errori di valutazione - è il pensiero di Sabri - negli ultimi vent’anni. Il servizio sanitario nazionale è come una fabbrica di 100 operai. Quando alcune decine di questi vanno in pensione, la fabbrica li sostituisce subito. Il sistema sanitario, no. Mancano anestesisti, medici di famiglia e guardie mediche e anche altre figure. È una brutta realtà».

Poi, ci sono anche scelte personali dei professionisti. «Fare il medico di famiglia è un lavoro faticoso e di responsabilità. Si preferisce fare il medico ospedaliero o specialistico. Queste figure, soprattutto nei paesi più piccoli, stanno sparendo e nessuno dice niente. Non c’è una protesta, nessuno fa qualcosa. L’importanza dei medici di famiglia e delle guardie mediche andrebbe riconosciuta maggiormente».

Secondo la sua esperienza, a queste latitudini cambia anche l’approccio tra dottore e paziente. «A San Giovanni in Persiceto - racconta - che possiamo definirla una città, tanti chiamavano per delle “cavolate”. Altri arrivano alla guardia medica tardi, dopo molti giorni di sofferenza. Qua in montagna, non so perché, è diverso: la guardia medica viene utilizzata correttamente, chiamano subito, ovvero quando stanno male. In estate, invece, con l’avvento dei turisti, cambia tutto anche da queste parti e le sollecitudini nei nostri confronti aumentano notevolmente».Mehdi Sabri-3

Il dottor Sabri non torna in Iran da molti anni. «Politicamente non condivido quello che porta avanti il mio Paese d’origine, tanti stanno scappando e io non ci torno volentieri. Sono cittadino italiano dal 2010. E, oltre a essere italiano, mi sento anche ferrierese! D’altronde i pazienti fin dal principio mi parlavano in dialetto, che non capivo. La prima espressione che ho compreso è stata: "Oh iammè, oh iammè”. L’ho sentita dire dagli anziani che stavano male, mi ha colpito subito. È per amore di Ferriere e della sua gente che tiro avanti in quest’attività».  

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