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«Il ricordo per i Reboli no, ma per Carlo Giuliani e Che Guevara si. Questa è la Sinistra»

Polemica per il murale allo stadio, un lettore scrive alla redazione: «Propaganda di fazione camuffata da esaltazione di valori antifascisti»

In merito al caso sulla proposta di realizzare allo stadio Garilli un murale in ricordo dei fratelli Reboli (un'ipotesi che è stata duramente criticata anche da Anpi e Cgil) riceviamo e pubblichiamo l'intervento di un lettore.

«Da libero cittadino mi sento molto deluso da questa propaganda di fazione, a mio avviso camuffata da esaltazione di valori antifascisti. Qui si sta parlando di un murale creato in memoria di due persone scomparse, le quali erano rappresentanti attivi della tifoseria della squadra calcistica cittadina. Volente o nolente questi due ragazzi hanno segnato decenni di gioie e tristezze calcistiche, c'erano in serie A tanto quando la squadra era nei bassifondi delle categorie. Proprio per questo comprendo la voglia e il sentimento di tutti quelli che li vogliono ricordare con un murale allo stadio. 

Al di là delle idee politiche opposte, mi delude che anche di fronte a due persone scomparse non si sia ancora capaci di seppellire i rancori, e non si riesca ad applicare un rispettoso silenzio, lasciando un attimo di tranquillità ai rivali ideologici. 

Comprendo che lo stadio sia un luogo pubblico e quindi di tutti, ma di certo a sostegno del Piacenza Calcio questa tifoseria c'era. Da cittadino sarei stato contento se anche altri gruppi politicamente opposti fossero stati allo stadio e avessero sostenuto attivamente la squadra, e aggiungo che se ci fossero stati, a mio avviso avrebbero avuto il medesimo diritto di avere un murale in memoria ad un loro capo rappresentante. 

Concludo dicendo che da ormai troppo tempo la sinistra si attacca a questi pretesti per fare una magra e asettica politica. Tutto ciò mi fa sorgere molti dubbi e mi suscita considerazioni magari banali ma altrettanto vere: un murale ai Reboli no, ma quelli a Ernesto Guevara detto "Che" invece si (vorrei ricordare che a Cuba dopo la "revolucion" con l'insediamento dei Castristi, non sono diventati tutti ricchi e liberi, anzi). Oppure ricordiamo tristemente la morte di Carlo Giuliani al G8 di Genova, il quale in quel momento non incarnava certo i valori della pace (stava tirando un estintore a un carabiniere) eppure non ho visto Anpi e Cgil lamentarsi per l'intitolazione di un'aula del Senato. 
Sicuramente le occupazioni dittatoriali non sono belle e piacevoli, ma anche le liberazioni troppo spesso riducono i popoli in sottomissione, apparentemente diversa e camuffata ma sempre in sottomissione».

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