Nel capannone confiscato alla mafia arriva un altro medico
Dopo la dottoressa Patrizia Colazzo, anche il dottor Salvatore Fasolino decide di trasferirsi nella struttura restituita alla collettività dopo essere stata tolta alla mafia
Raddoppia, come presidio sanitario, il capannone di Calendasco confiscato alla mafia. La struttura dell’area industriale di ponte Trebbia ospiterà a breve lo studio medico del dottor Salvatore Fasolino, già operativo nel territorio di Calendasco. A dicembre il capannone aveva salutato l’arrivo della dottoressa Patrizia Colazzo.
Nel 2016 l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla mafia, comunicò al Comune di Calendasco la possibilità di utilizzare l’immobile. Qua sono ospitati i mezzi del Comune e della Protezione Civile, e da qualche tempo questo ente ha aperto un suo ufficio. Il capannone è stato sede anche del camp estivo di “Libera” nel settembre 2020, oltre a numerose iniziative con le scuole per promuovere la legalità.
Il capannone venne ristrutturato nel 2017 grazie a un progetto con la scuola edile di Piacenza che impiegò 20 richiedenti asilo nella sua sistemazione. Attualmente il sindaco Filippo Zangrandi si sta impegnando per ottenere un contributo dalla Regione per l’ampliamento della struttura, per permettere in questo luogo di organizzare momenti di festa, di ritrovo e per iniziative culturali. Nel settembre scorso, durante la consultazione referendaria, il capannone è stato anche sede di un seggio elettorale (che garantiva il distanziamento dei votanti). Ora, dopo la dottoressa Colazzo, un altro medico decidere di trasferirsi in questo immobile.