Niente sportello bancario sotto casa per gli abitanti di otto comuni piacentini. Nella capillarità che pone l’Emilia-Romagna all’ultimo posto in Italia per quota di cittadini sprovvisti di filiali nel luogo di residenza - complessivamente l’1,2% - la provincia di Piacenza occupa però la prima posizione per numero di comuni in cui gli abitanti devono fare a meno di un’agenzia.

A illustrarlo i dati raccolti e pubblicati da Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani) che pone l’attenzione sulla “desertificazione bancaria”, con un’analisi della quota di territori che non possono più contare sulla presenza di una banca. Il rischio? «La riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela delle banche, che potranno svolgere sempre meno il ruolo sociale a servizio di famiglie e imprese. Ma la classe politica non se ne preoccupa abbastanza» secondo il commento del segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.

Un fenomeno stimato al 7% in Italia, con quote differenti tra Nord (6%, pari a 1,6 milioni di cittadini residenti in comuni senza filiali), Centro (3,2%, 375mila persone) Sud e isole (10,7%, 2,1 milioni di persone). Se l’Emilia-Romagna spicca per copertura bancaria, assente complessivamente in 25 comuni, otto di questi si collocano nella provincia di Piacenza.

L’elenco locale conta i piccoli comuni della montagna di Zerba (92 abitanti), Cerignale (155), Piozzano (642), Corte Brugnatella (671) e Coli (955), oltre ai comuni della Bassa di San Pietro in Cerro (926) e Besenzone (976). Completa la lista, quasi paradossalmente, la ricca Gazzola, che con la sua popolazione di 1.999 persone è stabilmente in testa nella classifica provinciale per reddito pro-capite. 

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