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«Non può essere la Procura a governare la città ma noi a costruire un'idea di territorio»

Circa sessanta persone si sono riunite nel pomeriggio del 14 febbraio all'inizio del Pubblico Passeggio per un presidio di protesta a pochi giorni dalla maxi inchiesta di carabinieri e procura su appalti e corruzione

Circa sessanta persone si sono riunite nel pomeriggio del 14 febbraio all'inizio del Pubblico Passeggio per un presidio di protesta a pochi giorni dalla maxi inchiesta di carabinieri e procura su appalti e corruzione che ha coinvolto sindaci, amministratori, imprenditori, tecnici e dirigenti. La manifestazione è stata indetta dal Si Cobas. «Non possiamo aspettare inermi il prossimo scandalo che sconvolge Piacenza. Non può essere la Procura a governare la città ma noi a capire cosa fare. Bisogna - ha detto l'esponente del Si Cobas Carlo Pallavicini - mettere in campo un'idea di territorio, non quando la procura detta i tempi ma noi ad orientare decisioni nel dibattito politico, noi operai e studenti». 

«Tra i personaggi coinvolti  - si può leggere nella nota del sindacato - si trovano anche persone ben conosciute per le loro posizioni avverse al nostro sindacato e alle nostre iniziative per la difesa dei lavoratori, per la legalità sul lavoro nel territorio piacentino, contro le discriminazioni e il razzismo. Parte degli arrestati e degli indagati sono le stesse persone che sistematicamente attaccavano le lotte del S.I. Cobas e appoggiavano le parti datoriali». E ancora: «In svariate occasioni abbiamo incontrato alcuni di loro davanti ai cancelli dei magazzini, ad esempio davanti a Ikea, dove appunto contestavano le lotte dei lavoratori descrivendoli come “facinorosi” o “cattivi maestri”. In occasione degli arresti subiti dal sindacato nel 2021, avevano dato il loro plauso all’operazione e si erano poi espressi contro ai presidi di protesta che erano seguiti. La vicenda oggi agli onori delle cronache dimostra che questi personaggi non avevano i titoli morali per attaccare chi si occupa di garantire dignità e diritti ai lavoratori. La domanda che poniamo alla cittadinanza è: a fronte di 30 persone coinvolte nell’operazione, possiamo essere sicuri che si tratti di individui che agivano a titolo personale o siamo di fronte alla punta di un iceberg molto più grande? Fino a quando Piacenza continuerà ad essere agli onori delle cronache per scandali come il caso Caruso Fratelli d’Italia, come il caso caserma Levante? I piacentini non avrebbero diritto a un territorio libero da questa cappa che lo attanaglia?».

manifestazione si cobas 2022-2

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