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«Non vogliamo individuare colpevoli ma trovare soluzioni», protocollo contro il disagio giovanile

Il prefetto Maurizio Falco ha presentato il protocollo d’intesa per la prevenzione del disagio giovanile. Un accordo che unisce varie istituzioni e associazioni del territorio e che prevede numerosi progetti

«Non vogliamo individuare colpevoli ma trovare soluzioni». E’ con questa affermazione che il prefetto, Maurizio Falco, ha presentato il protocollo d’intesa per la prevenzione del disagio giovanile siglato nella mattinata di martedì 6 novembre. Un accordo che unisce varie istituzioni e associazioni del territorio, come la prefettura, il Comune e la Provincia, l’ufficio scolastico provinciale, la consulta degli studenti, l’Ausl, l’associazione italiana genitori di Carpaneto e Fiorenzuola, il movimento Moige, le associazione genitori Piacenza 4 e il Teatro Gioco Vita come di partner organizzativo. Numerosi i progetti previsti dal protocollo, tra cui “Bullismo – web side story”, un ciclo di tre appuntamenti organizzati con il supporto di Teatro Gioco Vita.

Il primo incontro si terrà mercoledì 14 novembre alle 11 al teatro Gioia,  con “Giovani e disagio”, un percorso itinerante aperto a studenti, insegnanti e genitori. Si proseguirà il 26 novembre e il 20 dicembre con Michel Bernardoni - in arte MEiD - autore del video “A testa bassa”, che incontrerà gli studenti ai Filodrammatici, per terminare nella stessa sede il 4 e il 5 dicembre con lo spettacolo teatrale “I bulli siamo noi”. «Era una promessa fatta da tempo, perché il problema del disagio lo avevamo avvertito sin dal mio arrivo a Piacenza, poi la situazione ha preso uno sviluppo molto preoccupante», ha ricordato il prefetto. «Non abbiamo voluto lasciare sorda la risposta delle istituzioni a suicidi e atti di autolesionismo fino alle ultime vicende forse riprese in maniera un po’ troppo enfatica dai media, che comunque meritano la nostra attenzione. Il protocollo vuole partire dalle tante iniziative positive fatte a Piacenza, chiedendoci se dovesse cambiare il metodo e l’approccio nei confronti dei più giovani», ha continuato.

«Vogliamo rendere i ragazzi e i genitori protagonisti di una nuova narrazione, attraverso il coinvolgimento a teatro, cercando una possibile soluzione a problemi che a volte ci troviamo ad affrontare: ci siamo trovati davanti a ragazzini di 12-13 anni in coma etilico all’ospedale. Non possiamo restare indifferenti a questo. Da parte nostra, continueremo ad andare nelle scuole con le forze di polizia, con la consapevolezza che si è abbassata l’età di riferimento e che dobbiamo parlare a ragazzini di 12 e 13 anni, cosa inimmaginabile fino a qualche anno fa». «Questo progetto di innovativo ha il fatto che finalmente i ragazzi possono mettersi in gioco da protagonisti, mentre prima erano quasi sempre un pubblico che doveva ascoltare ciò che autorità ed istituzioni avevano da dire relativamente al bullismo, cercando di teorizzarlo. Il protocollo fa in modo che ciò è sempre stato teorizzato venga finalmente messo in pratica dagli studenti, cioè da chi ha davvero bisogno di uscire dal proprio nascondiglio e di vivere, parlare, risolvere il problema» ha spiegato Lucrezia Galli, presidente della consulta degli studenti.

L’accordo prevede anche l’istituzione di un gruppo di lavoro per la prevenzione e il contrasto del disagio giovanile, a supporto e integrazione di attività già presenti sul territorio. L’attenzione si concentrerà soprattutto su campagne mirate a promuovere corretti stili di vita, progetti scientifici per diffondere la conoscenza sui rischi derivanti dall’abuso di sostanze e progetti di laboratorio teatrale che consentano ai giovani di poter esprimere le proprie emozioni anche attraverso la rappresentazione scenica, oltre ad azioni informative e formative rivolte a docenti e genitori.

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