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Un secolo di vita / Caorso

I 100 anni di nonna Elisa, la lettera alle 13 nipoti: «La mia eredità i valori di speranza, fede e amore»

Ancora impegnata in beneficenza, sabato 19 marzo ha festeggiato lo storico traguardo circondata dalla sua famiglia, a cui ha dedicato un grazie speciale: «Mi hanno dato il soprannome di regina madre»

«I valori in cui credo, che mi hanno sostenuta in questi cento anni di vita, e che desidero lasciarvi in eredità sono: la speranza, la fede e l’amore soprattutto». Un biglietto di buon augurio dedicato ai figli, alle nuore e alle sue 13 nipoti, anche se la protagonista in realtà era lei, e non di un evento qualsiasi. Mamma, suocera, nonna e bisnonna, Elisa Schenatti sabato 19 marzo ha festeggiato a Caorso lo straordinario traguardo del secolo di vita, circondata dall’affetto della sua numerosa famiglia. A farle gli auguri c'era anche il sindaco Roberta Battaglia (nelle foto in allegato): «È stato un vero piacere percepire la sua serenità attraverso il suo sorriso» - ha detto il primo cittadino.

Da anni impegnata in beneficenza, ancora oggi nonna Elisa offre il proprio contributo alle missioni umanitarie, con i proventi della vendita delle sue creazioni in stoffa e a maglia: borse, coperte e piccoli peluche (nella foto sotto mentre lavora a maglia con una delle nipoti). «Tante belle cose» come racconta in prima persona nella «seconda parte del romanzo iniziato a 90 anni». Dieci anni fa, sempre in occasione del compleanno, aveva difatti scritto una lettera alle (allora) undici nipoti – «tutte rigorosamente femminucce» – ripercorrendo le grandi gioie del suo lungo cammino: terza di sette fratelli, a 18 anni l’incontro con «l’amore più bello» e il 6 dicembre del 1945 il sì sull’altare, avvio di un matrimonio felice, lungo 50 anni, da cui sono nati tre figli.

                        Nonna Elisa mentre lavora a maglia con una delle nipotine-2

Una testimonianza di affetto - «posso proprio dire che ne è valsa la pena» - conclusa dalla speranza di poter raccontare il seguito, una volta raggiunti i cento anni. Così è stato e nonna Elisa ha ripreso in mano carta e penna per mantenere la promessa. «Ne ho vissute di belle e di brutte», scrive ai «miei carissimi tutti», sottolineando come l’ultimo periodo, tra pandemia Covid-19 e conflitto in Ucraina, porti alla memoria altre tragedie passate: l’epidemia di Spagnola - «quando sono nata io era terminata da poco» - e la Seconda guerra mondiale, «vissuta da mio marito e suo fratello, trovatisi sul fronte russo a combattere».

Il pensiero però è soprattutto volto al presente: «Pian piano sono diminuite le forze e mi sono ritrovata a non poter più camminare e ora sono assistita con tanto amore a casa mia, dalle mie nuore, dai figli e dalle mie nipoti. Mi hanno dato il bel soprannome di regina madre!». La felicità più grande il veder nascere altre due nipotine, la tredicesima pochi mesi fa, «le cose più belle della vita». A loro desidera lasciare in eredità speranza fede e amore, «i valori in cui credo e che mi hanno sostenuto in questi cento anni di vita».

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