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Il confronto

Nuovo ospedale, Tarasconi e Bardasi: «Lo studio convincerà i residenti della Farnesiana»

Il sindaco Tarasconi, il dg Bardasi e l'assessore Fantini hanno incontrato una delegazione del comitato area 5 della Farnesiana. I cittadini insoddisfatti: «Costruirlo dentro la tangenziale porterà ulteriore traffico e smog, meglio l'area 6»

Finalmente l’incontro tanto atteso tra il comitato area 5” e il sindaco Katia Tarasconi c’è stato. Non solo: al confronto hanno partecipato anche il direttore generale Ausl Paola Bardasi e l’assessore all’urbanistica Adriana Fantini. Una decina di residenti, nella serata di ieri, ha spiegato le proprie ragioni. Il comitato, guidato dai portavoce Fabio Improta e Mattia Lombardi, a dicembre aveva presentato quasi seicento firme di residenti della Farnesiana. I cittadini sono convinti che questa non sia la soluzione migliore per ospitare il nuovo ospedale. 

Improta ha manifestato tutti i suoi dubbi. «Siamo qui per mettere sulla bilancia i pro e i contro. L'ospedale di Piacenza è una necessità, nessuno di noi lo mette in dubbio, ma quest’area non è la migliore. L’area 5 è più piccola rispetto alla 6, con meno accessi. Ci siete stati realmente in quella area a vedere la situazione? Sapete come ci si arriva? Meglio realizzarlo in un’area di campagna rispetto ad una zona circoscritta».

«Lo studio di fattibilità che confronterà l’area 5 e l’area 6 - ha preso la parola il sindaco Tarasconi - verrà presentato a maggio. Ci rivediamo e lo guardiamo insieme, chiarirà i vostri dubbi. Certo che siamo stati a vedere l’area 5 ed è chiaro che la viabilità verrà cambiata in modo radicale. Dal punto di vista delle metrature le due aree sono uguali. Non è mai stata fatta una reale verifica tra le due aree, per vedere quale sia migliore, fino a questo studio che attendiamo. L’area 6 non è servita dal trasporto pubblico locale, ad esempio e servirebbero 250mila euro all’anno di spesa corrente per garantire il trasporto pubblico. L’ospedale nell’area 5 verrà diviso dalle abitazioni da una grande area verde. Capisco le perplessità di chi vive lì, però sarebbe più utile poter vedere lo studio». «Se guardiamo l’area 6 - ha preso la parola anche l’assessore Fantini -, essendo agricola e oltre la tangenziale, è normale che sia più grande. Però dovremmo costruire attorno tutta la viabilità necessaria, con costi importanti».

I residenti hanno ricordato gli esempi degli ultimi ospedali costruiti, in particolare in Emilia-Romagna, tutti lontani da zone residenziali e già trafficate, come Cesena. «L’ex dg Baldino - ha detto uno dei presenti - aveva parlato di una media di 5500 automobili al giorno in movimento verso l’ospedale, comprendendo i cittadini, i piacentini delle vallate e i lombardi. Perché costruirlo dentro la tangenziale?».

«Sappiamo che dietro questa decisione – hanno sottolineato i residenti - c’è il perseguimento “dell’agenda 2030”, che indica l’obiettivo di occupare solo il suolo all’interno della città e non le aree agricole. Però non si può costruire un ospedale che porta 5500 auto in un quartiere residenziale. È improponibile già adesso circolare in certe ore in alcune vie del nostro quartiere, l’aria è irrespirabile». «Non pensate che costruendolo nell’area 6 - è stata la replica di Tarasconi - l’aria della 5 sia a posto. Tutte le centraline della città riportano gli stessi dati. Il tema principale è non espandere la città oltre la tangenziale».

I cittadini hanno espresso perplessità anche per l’elisoccorso. «Quando vedrete lo studio di fattibilità – ha confermato la dg Bardasi - vi convincerete della bontà del progetto. I numeri ci dicono che nella stragrande maggioranza dei casi l’elisoccorso porta i pazienti a Parma».

Come già avvenuto durante il confronto tra il comitato “Salviamospedale” e Comune-Ausl, anche questo dibattito non ha trovato punti di contatto tra le parti. Il sindaco ha rimandato la questione a maggio. «Ci rivediamo con lo studio di fattibilità disponibile». Poi ha confidato che attualmente l’Amministrazione, con l’Ausl, starebbe vagliando anche gli scenari futuri dell’attuale “Guglielmo da Saliceto”. «Stiamo lavorando per tenere lì alcune strutture sanitarie ed erogare prestazioni ambulatoriali, anche per venire incontro alle richieste dei residenti di via Taverna, che non vogliono assistere alla perdita di valore delle proprie case».  

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