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Ordinanza choc a Ferriere: «Vietato ammalarsi, manca il medico»

Proseguono le proteste per la chiusura della guardia medica, la raccolta firme a quota 3800. I sindacati Cgil, Cisl e Uil: «Indispensabile mantenere il presidio». “Europa Verde”: «Tagliare un servizio non è la soluzione»

«Vista la decisione dell’Ausl di Piacenza di accorpare il servizio di guardia medica di Ferriere a quello di Bettola, considerato che il territorio è sprovvisto di medico nei giorni festivi e nelle ore notturne dei giorni feriali, si ordina di porre in essere ogni attenzione al fine di evitare di avere necessità del medico». È questa l’ordinanza firmata dal sindaco di Ferriere, Carlotta Oppizzi, valida sull’intero territorio comunale, dopo la decisione di tagliare il servizio di continuità assistenziale.

Un’ordinanza volutamente provocatoria, che vieta di ammalarsi in quando non è garantita la copertura della guardia medica. Proseguono infatti le proteste a Ferriere e a Ottone per l’accorpamento dei due servizi. Intanto la raccolta firme su Change.org ha superato le 3800 adesioni.

CGIL, CISL E UIL: «INDISPENSABILE MANTENERE LA GUARDIA MEDICA»

Cgil, Cisl, Uil, con le categorie dei pensionati e della Pubblica amministrazione/sanità, hanno incontrato martedì 4 gennaio, i vertici dell'azienda sanitaria locale di Piacenza. L'incontro con la direzione Asl è stato di ampio respiro ma principalmente incentrato su alcuni temi: accorpamenti delle guardie mediche delle zone di montagna, sospensione del servizio di Pronto Soccorso all’ospedale di Castelsangiovanni causa Covid e trasformazione del reparto di geriatria del Guglielmo da Saliceto in posti letto Covid. «Premesso che esprimiamo una forte preoccupazione rispetto al contesto epidemiologico che si è venuto a creare in questi giorni, con i dati che parlano di un incremento esponenziale dei contagi e del relativo incremento delle attività di contact tracing e delle Usca, la Direzione dell'azienda sanitaria ha comunicato il temporaneo accorpamento delle guardie mediche di Bobbio/Ottone e di Ferriere/Bettola, per garantire il funzionamento delle Usca e la continuità assistenziale. Abbiamo sollecitato risposte rispetto alla temporaneità di queste scelte, segnalando come siano indispensabili il mantenimento dei presidi di medicina territoriale anche e soprattutto nelle zone interne, lontane del Comune capoluogo. Analogamente, sono state fornite le conferme richieste rispetto alla trasformazione temporanea del reparto di Geriatria in reparto Covid e della momentanea interruzione del servizio di Ps a Castelsangiovanni al fine di salvaguardare come Covid free la struttura di Castello e garantire la piena operatività chirurgica. Tutte le attività verranno quindi ripristinate non appena le condizioni pandemiche lo permetteranno, con particolare riferimento al ripristino del servizio guardia medica in montagna che Asl ha confermato essere strategico e irrinunciabile. Il confronto – concludono - rimane aperto e il monitoraggio costante, con l'obiettivo di salvaguardare la copertura dei bisogni assistenziali anche in questa fase di pandemia, garantendo risposte ai bisogni della popolazione delle fasce di anziani e fragili, che non possono restare indietro».

EUROPA VERDE PIACENZA: «GUARDIA MEDICA MONTANA VENGA TUTELATA, PER IL BENE DEL SUO TERRITORIO»

«La recente decisione dell’Ausl di Piacenza di cancellare i servizi di guardia medica (continuità assistenziale) nei territori di Ferriere (Alta Valnure) e Ottone (Alta Valtrebbia) ha colpito il gruppo piacentino di Europa Verde. Le guardie mediche in questione verranno accorpate a quelle esistenti di Bettola (per Ferriere, 27 km di distanza dal capoluogo montano, non considerando le frazioni) e Bobbio (per Ottone, 29 km dal capoluogo montano). Gli strascichi di questa decisione si vedono anche in una petizione online su Change.org “NO alla chiusura delle guardie mediche di Ferriere e Ottone”, che conta al momento in cui si scrive circa 3800 firme. I presìdi montani devono essere salvaguardati, si tratta di servizi fondamentali per la salvaguardia della salute della persona, ci batteremo per questo.  È una battaglia anche nei confronti del suo ripopolamento. La decisione ha origini lontane, quasi sistematiche nel nostro Paese. In Italia mancano circa 4mila medici e 10mila infermieri di Pronto soccorso e 118, i concorsi dedicati a questi specialisti sono andati deserti in tutte le regioni, si è inoltre registrato il 18% di abbandoni di studenti nel 2020/21. Le nuove leve scappano da questo settore, dove condizioni di lavoro e compensi non vanno a braccetto. E questo abbiamo avuto modo di vederlo anche nella nostra provincia, dove manca il 30% tra medici e infermieri e abbiamo assistito recentemente a uno loro sciopero. E questo ha ripercussioni sulla medicina territoriale.  Il direttore generale dell’Ausl Baldino a più riprese, anche in consiglio comunale, ha specificato di voler potenziare la rete sanitaria territoriale, ma nei fatti si sta smentendo. Pensiamo al nuovo Ospedale dimenticando la provincia e chi la abita. Quest'anno è stato aumentato il numero chiuso per gli studenti di medicina ma non sarà sufficiente per coprire i posti vuoti e soprattutto ne avremo la disponibilità solo fra molti anni. In realtà non si può aumentare granchè il numero degli studenti in medicina perché non ci sono ancora le Università in grado di ospitarli e di formarli adeguatamente. Infatti da qui la scelta di diluire le scuole di medicina, parte delle Università, in tante città (come in questo caso Piacenza) quindi bisogna sottolineare il problema che uno studente qui a Piacenza non riesca a trovare neppure un appoggio temporaneo. La soluzione non può essere solo quella di tagliare i servizi, quindi come Europa Verde chiediamo un cambio di rotta, un livello di assistenza adeguato, salari di pari passo con l’attività svolta. Se non possiamo sopperire alla carenza di medici possiamo però organizzare dei servizi di volontariato per facilitare gli spostamenti verso/da i luoghi in cui è presente il servizio richiesto (es. Guardia medica), attivare un centralino telefonico (attivo negli orari del servizio di continuità assistenziale) che possa guidare il cittadino che chiama e, in caso di necessità di farmaci con prescrizione medica, potrebbe contattare direttamente la farmacia inviando la ricetta per eventuali farmaci necessari per non far degenerare la situazione del paziente. Vogliamo preservare la montagna anche perché possa essere vissuta, non abbandonata». 

                                                                                                         

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