«Un uomo che alza le mani su una donna non è un uomo ma un vigliacco». Un messaggio forte e molto chiaro quello che è stato lanciato la mattina del 16 marzo in via Bosacarelli nel punto preciso dove, 13 anni fa, venne brutalmente uccisa dal marito la giovane Zahira Aitali. Qui è stata inaugurata oggi una panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza contro le donne. La partecipazione più apprezzata alla cerimonia è stata certamente quella dei giovani studenti della vicina scuola Calvino, ai quali le autorità si sono rivolte: «Siete il futuro, coltivate il seme dell'amore che salverà il mondo: quando passate davanti a questa panchina abbiatene cura, ricordate che c'era una mamma che avrebbe voluto crescere la sua bambina» ha detto Nadia Bragalini, ambasciatrice dell'associazione Città delle Donne.
«Ci sono forme di unione tra le persone adulte che non sono amore: sono forme di possesso e prevaricazione, che non hanno nulla a che fare con l'amore - ha detto il sindaco Patrizia Barbieri - Soprattutto non deve mai passare il principio di dover a tutti i costi cercare una giustificazione a chi commette atti di violenza contro le donne: questo significa infatti ucciderle due volte. L'amore vero non è l'amore malato, ma è quello che rispetta l'altro e lo pone al centro».

«Voi giovani siete l'unico antidoto contro la violenza di genere - ha sottolineato l'assessore Federica Sgorbati - perché se si tenta di spiegarlo agli adulti, purtroppo spesso è già tardi per cambiare».
Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, anche la dirigente scolastica Elisabetta Ghiretti e il governatore Lyons Massimo Conti.