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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Per oltre duemila anni la città si è sviluppata fino al perimetro della cinta rinascimentale

Poi per quasi quattro secoli l’espansione è rimasta ancora confinata entro le mura. Cavalcata storico-urbanistica del professor Fausto Fiorentini alla “Dante”

La città di Piacenza, ha ricordato il professor Fausto Fiorentini nel primo appuntamento culturale 2020 della Dante Alighieri, ospitato nella sede della Famiglia Piasinteina, fu fondata nel 218 a.C., quando i Romani diedero vita alla colonia di "Placentia" articolata a scacchiera attorno al Decumano (l’odierna via Roma) e al Cardo (le attuali vie San Francesco e X Giugno). La città si sviluppa nel primo millennio e nei secoli successivi a raggiera verso le quattro valli fino alle mura rinascimentali fatte edificare dal 1525 da Papa Clemente VII. Dal 1545 al 1923 anche i nuovi insediamenti urbanistici rimarranno all’interno delle mura a causa della “Tagliata”, l’ordine impartito nell’ottobre 1545 dal duca Pier Luigi Farnese che, a scopo difensivo, proibiva l’edificazione di qualsiasi manufatto e le coltivazioni per un raggio di circa 1400 metri tutt’intorno alla cinta muraria, alfine di poter individuare potenziali attacchi di truppe nemiche e vanificare le gittate dei loro Fausto Fiorentini-6cannoneggiamenti.

Nei secoli successivi oltre i confini della “Tagliata”, presero via via consistenza vari insediamenti abitativi: San Lazzaro, Sant’Antonio Trebbia e Mortizza che, cresciuti d’importanza, avevano ottenuto da Napoleone (10 settembre 1812) la stessa autonomia amministrativa del comune di Piacenza.

Nei primi anni del Novecento la città che contava oltre 40 mila abitanti, ambiva a espandersi, oltre le mura, ove erano sorti insediamenti quali il Camposanto, la Stazione ferroviaria e alcuni servizi collegati al macello. Le sue aspirazioni erano però bloccate dalla netta opposizione degli amministratori dei comuni “contermini” i cui confini arrivavano fin sotto le sue mura e avevano sul proprio territorio attività industriali di rilievo quali il Cementificio alla Farnesiana, il Consorzio Agrario sulla direttrice per S. Lazzaro dove avevano sede anche le Officine meccaniche piacentine, aziende che contavano centinaia di dipendenti la maggior parte dei quali risiedeva a Piacenza. La situazione volgerà a favore di Piacenza quando nel1923 il suo Podestà Bernardo Barbiellini Amidei, otterrà dal Governo Mussolini il Regio Decreto n.1729 il cui testo stabiliva l’Unione dei comuni di Piacenza, San Lazzaro Alberoni, Sant’Antonio Trebbia e Mortizza. In realtà “l’unione” aveva di fatto determinato  la soppressione dei comuni contermini e Piacenza vedeva accresciuta notevolmente la superfice del suo territorio e in pectore la popolazione.

La Diocesi di Piacenza fu tra le prime istituzioni a capire i futuri sviluppi della città e già nel 1926 il vescovo Menzani intuisce che a est della città alcuni insediamenti isolati tra vaste distese di campi quali la “Baia del Re” e “Molino degli Orti”, hanno notevoli prospettive di sviluppo e così il 16 giugno 1927 istituiva la parrocchia del Corpus Domini con relativa chiesa e canonica: un fabbricato di legno esteso a piano terra collocato tra le vie Farnesiana e Casati. Seguirà nel novembre 1929 la costruzione dell’attuale tempio, mentre l’espansione cittadina proseguirà sempre a raggiera con una notevole accelerazione nella seconda metà del secolo scorso.

Nell’articolato dibattito seguito alla conversazione di Fiorentini è stato accennato anche alla migliorata sensibilità della comunità verso la conservazione delle vestigia del passato, evidenziando, riguardo alla zona Farnesiana - S. Lazzaro l’opportunità di un intervento trso a valorizzare le due colonne della “Tagliata” ancora esistenti.

cinta romana-2

Sull’’argomento Colonne della Tagliata ricordiamo l’articolo:

https://www.ilpiacenza.it/attualita/la-colonna-emblema-della-tagliata-di-pier-luigi-farnese-sara-restaurata-dall-ente-farnese.html

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