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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Piacenza orfana della data certa di fondazione

Nel 218 A.C. divenne colonia latina la preesistente città

Spuntò l’alba in una fredda giornata di dicembre. Un folgorante spruzzo di sole si proiettò alla vista. La pertica gromatica prontamente puntò in quella direzione e ne tracciò una retta che segnò il Decumano Massimo del Castrum Placentia con la relativa porta all’incrocio delle attuali vie Giordano Bruno e Daveri con via Roma. Era il Solstizio d’inverno del 220 a.C.

La fotografia scattata dal tratto terminale di via Roma (angolo via Pozzo), alle 8,10 del 22 dicembre 2018, giorno del Solstizio d’inverno, mostra l’esplosione di luce che in modo analogo nello stesso giorno verosimilmente dell’anno 220 a.C., accompagnò il rito religioso e civile della fondazione della nostra città.

Il 22 dicembre del 220 a.C. non è un refuso ma una data più verosimile del 31 maggio del 218 a.C. accreditato da buona parte della copiosa bibliografia corrente che sostiene la contestualità della fondazione con la nomina a 53esima colonia latina insieme alla coeva Cremona.

Gli studiosi deducono l’anno 218 dalla differenza tra il 753 a.C. - quando Romolo tracciò i solchi del terreno che delimitavano il perimetro della città di Roma - e il 535 a.C. anno della nomina a Colonia, ma come detto non c’è alcuna prova sulla contemporaneità dei due eventi; verosimilmente l’insediamento romano teso a occupare la pianura del Po, a sud del grande fiume avvenne uno o più anni precedenti al 218.

La data di nascita della nostra città come ha evidenziato Francesco Giarelli nel volume “Storia di Piacenza”, Vincenzo Porta Libraio-editore, anno 1889 - è stata indagata in più epoche da cultori di memorie antiche con conclusioni contrastanti.

Anton Domenico Rossi nel “Ristretto di storia Patria”, edito da Del Maino, 1829 scrive “... sosteniamo (senza tema che il giudizio nostro possa essere stimato erroneo), che la città sia stata fondata molto tempo prima di quello chi si vuol credere e dal Poggiali, e dal Boselli, scrittori entrambi della nostra patria Storia”. Lo stesso libro cita poi “I Comentarj sopra l’Orazione di Cicerone contro Pisone” richiamando il testo “sei mila nuovi coloni furono condotti a Piacenza ... La parola nuovi coloni - commenta Rossi, indica per sé che già vi avevano altri abitatori; e poi se Piacenza non fosse esistita, avrebbe detto che una Colonia di sei mille coloni fu condotta in riva al Po e che ivi fabbricata una città, la chiamaron Piacenza”.

Il libro “Le origini di Piacenza e una dotta polemica intorno ad esse” del dottor Mario Casella edito da Del Maino nel 1912, tratta le divergenti convinzioni espresse da Cristoforo Poggiali e da D.G. Coppellotti e di sei anni dopo è “L’Origine di Piacenza, cenno storco critico” di Leopoldo Cerri, stampato dalla Tipografia Solari-Tononi. Conclusioni altalenanti anche da altri studiosi di vicende storiche piacentine

FONDAZIONE PIACENZA, PERCHE’ “NO 218”

fondazione Placentia-2

Disegno di Renato Vermi

Questa mia memoria propone la tesi della non contemporaneità della fondazione e della proclamazione a colonia latina. Il 31 maggio 218 a.C., potrebbe essere la data di entrata in carica dei consoli mentre il tracciamento del Decumano Massimo della fondazione del castrum Placentia, sarebbe sia avvenuto all’alba di un giorno corrispondente al 21 dicembre del nostro attuale calendario di uno o due anni anteriore al 218 a.C. E’ infatti accertato che la maggior parte delle città fondate dai Romani, fra il V secolo avanti Cristo e il I dopo Cristo, sono orientate al sorgere del sole. I latini avevano acquisito questa consuetudine dagli etruschi Rasenna. Il periodo spesso coincideva con i Saturnalia, una delle più diffuse e popolari feste religiose di Roma antica, che si celebrava ogni anno, dal 17 al 23 dicembre, in onore di Saturno, antico dio romano della seminagione. Il sacerdote riportava sul terreno alcuni elementi della volta celeste, traendone indicazioni per segnare i solchi identificativi dei confini della nuova città.

Il territorio di Placentia, non fu determinato dalla direzione di un asse viario preesistente o da particolari elementi morfologici, ma secundum coelum basato cioè sull’orientamento astronomico, nel nostro caso secondo il sorgere del sole nel periodo prescelto.

La fondazione di una città avveniva con il tracciamento del solco est-ovest chiamato "Decumano Maximus " in linea retta con l’alba del sole, poi in perpendicolare di 90° in direzione da nord a sud seguiva la retta “Cardo Maximus”. Seguiva la Centuriazione che divideva il territorio in tanti appezzamenti definiti dai limites, tratti viari paralleli e perpendicolari che costituivano un reticolo ortogonale, di strade, canali e appezzamenti agricoli da assegnare a nuovi coloni (spesso legionari a riposo).

Da una lunga serie di mie osservazioni pratiche sul sorgere del Sole tra Piacenza e Roncarolo le cui relative coordinate geografiche sono poco difformi, ho costatato che il Decumano Maximus del castrum Piacenza è completamente illuminato dai raggi del sole soltanto all’alba dei giorni compresi tra il 21 e il 23 dicembre del nostro attuale calendario ed è orientato a 122°, come documenta anche questa mia fotografia scattate Il 22 dicembre 2018.

1 -Sole a barr Roma-2

I gromatici (tecnici della costruzione degli accampamenti militari e della centuriazione), potrebbero verosimilmente aver eseguito l’incarico di progettare la sostituzione di uno o più preesistenti villaggi con una città-Castrum munita di fortificazioni. Preposto all’operatività, scrive lo storico L. Cerri, era il “Conditor”, che, coperto da capo ai piedi da una toga con il cinto “gabino”, aveva guidato il tracciamento “del solco quadrangolare primigenio con l’aratro trainato da un bue e da una giumenta, entrambi di candido pelo.

Il Castrum di forma quadrata a grandi linee identificabile nella attuale toponomastica nel perimetro Piazza Cittadella, vie Campo della Fiera -Giordano Bruno, Daveri - Sopramuro - piazzale Plebiscito. Risultava così un reticolato quadrangolare di strade rettilinee e ortogonali che definiva gli isolati suddivisi in 36 insulae, poi cinto da fortificazioni rese nel tempo sempre più robuste.

Ho misurato di persona i percorsi che intercorrono tra l’Antico foro posizionato sull’incrocio Cardo/Decumano dove dall’anno 410 sorge la chiesa di San Martino e le antiche Porte della città. Sulla direttrice Decumano la distanza Foro - Porta Pretoria (via Borghetto/Mandelli) misura mt 245. Sulla direzione opposta la Porta Decumana (Giordano Bruno - via Roma) è a metri 255.

Sul Cardo la Porta sinistra (a inizio Cantone Camicia) era a metri 255; quella dalla parte opposta (la porta principale destra) era distante metri 240 e posizionata sull’area dove oggi è il complesso San Francesco, Ne consegue che la città si estendeva su una superficie complessiva di metri 230.000 circa, pari a circa 23 ettari.

Successivamente avvenne nell’anno 219 a.C. la centuriazione dell’agro sud della città, ripetendo la stessa procedura civile e religiosa, limitandosi a trarre la retta dei Decumani M. e, in parallelo, dei conseguenti Cardi M. Notando che il Decumano M. risulta orientato a 99°, pertanto questa operazione venne eseguita il 21 febbraio o il 21 ottobre, presumibilmente e in tempi successivi alla fondazione della città. Il territorio agricolo veniva ripartito in tanti reticoli a base di “actus”, costituendo tratti viari, canali di irrigazione delimitati da cippi di confine “terminus” sacri e inviolabili.

Quindi i Legionari avevano poi reso coltivabili e irrigabili i terreni e fortificato la città. Migliaia di persone vennero impiegati in queste operazioni. Di solito i terreni centuriati venivano assegnati a legionari in pensione. Da notare che nel mese di ottobre si seminava il farro e a novembre il Triticum, pertanto ai coloni arrivati il 31 maggio 218 a.C., era bastato falciare le coltivazioni per avere a disposizioni consistenti provviste di cerali.

Come detto l’impianto urbano della nostra città è orientato a 122° e il tracciato del suo Decumano Maximus - che corrisponde una parte della attuale via Roma - è completamente illuminato dai raggi del sole nel solo giorno dell’anno che il nostro calendario identifica con il Solstizio d’Inverno (21 dicembre)

Era seguita il 31 maggio 218 a.C. la proclamazione della esistente Placentia a 53esima Colonia latina.

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La struttura del Castrum ha attraversato i millenni arrivando fino a noi e trova possibile corrispondenza in questo mio disegno e nella successiva raffigurazione elaborata da Oreste Grana.

Castrum Romano bianco-nero-2

CONSIDERAZIONI E AUSPICI

La Proclamazione di una città antica a colonia latina o romana non deve essere confusa con la “Fondazione”; si tratta di atti civili e religiosi diversi e dai rituali ben definiti.

Il 31 maggio 2018 a.C. a Placentia erano arrivati 6000 coloni dall'Italia Centrale e 200 cavalieri. Come avrebbe potuto un luogo completamente privo di strutture abitative accogliere così tanta gente? Fu possibile perché la città era già definita e fortificata tanto che nel novembre 218 A.C vi trovò rifugio il Console Publio Scipione ferito nella battaglia sul Ticino contro Annibale. Bisogna poi chiedersi perché Annibale dopo la vittoriosa battaglia sul Trebbia non invase Placentia, ma si limitò a distruggere le colture che la attorniavano. Non attaccò la città perché questa nel dicembre 218 a.C. Era già ben strutturata e fortificata con opere murarie realizzate in un tempo molto più lungo dei sei mesi trascorsi dalla proclamazione a colonia latina. Come poteva il Console P. Scipione nel novembre di quell'anno considerare luogo sicuro una città in corso di edificazione? Come poteva Annibale, disponendo ancora di un esercito di ben 30mila uomini, essere assillato dal dubbio di attaccare o meno una citta indifesa perché in fase di edificazione? Come poteva una città non già ben strutturata accogliere negli ultimi giorni di dicembre diverse migliaia di soldati romani scampati dalla battaglia del Trebbia? Se spostiamo le date come ho indicato in questa mia memoria tesi ecco che i tasselli vanno a combinarsi al posto giusto.

CONCLUSIONE.

E’ certa la data 31 maggio 218 a. C. quale proclamazione di Piacenza a Colonia latina, ma non ci sono prove che questa sia stata contestuale alla fondazione. C’è invece il riscontro del Decumano M. orientato a 122° che viene perpendicolarmente illuminato dai raggi del sole nel giorno corrispondente al nostro Solstizio d’Inverno (21 dicembre). Auspico approfondimenti da parte dei cultori di memorie storiche che possano confermare o smentire la tesi che ho esposto e che può essere sintetizzata:

21/12/220 a.C., o anno anteriore, fondazione della città nel giorno corrispondente al Solstizio d’inverno,

21/10/220 a.C. - 21/02/219 a.C. (*) o anno anteriore centuriazione con Decumano M. orientato a 100°,

31/05/218 a.C. arrivo dei coloni e nomina di Placentia a colonia latina.

(*) le due date sono conseguenti la declinazione del sole, nella sua fase ascendente o discendente.

Sergio Bersani

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