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«Piacenza per noi è una seconda casa. Senza di voi non ce l'avremmo fatta»

Gam Culture, giovane associazione di promozione sociale fondata nel 2020 da un gruppo di italiani e gambiani, si sono presentati alla comunità di Piacenza con un evento a Spazio4.0

«Vogliamo ringraziare Piacenza, che sentiamo come una seconda casa, con una festa. Senza di voi non ce l’avremmo fatta». Sono le parole dei rappresentanti di Gam Culture, giovane associazione di promozione sociale fondata nel 2020 da un gruppo di italiani e gambiani, che si sono presentati alla comunità di Piacenza sabato 29 ottobre con un evento a Spazio4.0. 

In apertura della giornata, la presentazione ufficiale dell’associazione condotta da Sambou Ebrima, durante la quale sono intervenuti il presidente Abdoulie Jammeh, la Presidente del Consiglio Comunale di Piacenza Paola Gazzolo e i Consiglieri Comunali Sergio Ferri e Salvatore Scafuto, insieme ad altri soci dell’associazione, a volontari e a chi in questi anni ha supportato i ragazzi, dal loro arrivo in Italia a oggi, come Franca Maserati, mediatrice culturale, e Michela Cucchetti, avvocatessa di supporto ai richiedenti asilo.

Ragazzi arrivati a Piacenza nel 2014, partiti dall’Africa e arrivati qui «senza niente - spiegano - lasciando i nostri affetti e gli studi, perché incapaci di mantenere le nostre famiglie, per lottare per il nostro futuro e i nostri sogni, per un progetto di vita. Tanti di noi hanno dormito in stazione, nelle case abbandonate, senza luce. Abbiamo ricevuto il supporto di italiani e piacentini e ora, pur nelle difficoltà che rimangono, come quella di trovare casa, anche con contratti a tempo indeterminato, vogliamo restituire il bene ricevuto. Oggi, con una festa aperta a tutta la comunità piacentina, e in futuro a tutti gli stranieri, non solo gambiani, che hanno bisogno di un sostegno». 

Queste le parole dei soci intervenuti sul palco, tra cui Omar Jarju e Yaya Jawara, a cui si sono aggiunte quelle di Giulia D’Appollonio: «Non vogliamo esistere e basta: abbiamo progetti e idee, a beneficio di questa città». I componenti dell’associazione hanno infatti specificato quali sono i loro obiettivi: tra questi, lavorare a progetti formativi in ambito artigianale, sartoriale e in quello della ristorazione. L’idea è quella di associare mestieri tradizionali alle nuove tecnologie, valorizzare la produzione di abiti realizzati con tessuti tradizionali e proporre servizi di catering e banqueting promuovendo la cucina tradizionale gambiana. Cucina che è stata protagonista dell’evento di sabato, oltre allo spettacolo dal vivo con danze e balli tradizionali in costume e al dj set di chiusura. 

A tutti i presenti sono stati infatti offerti piatti tipici come il thieboudienne e il domoda, a base di riso, pesce e vedure il primo, con carne di manzo e pollo e burro d’arachidi il secondo, o il thiakry, con miglio, vaniglia e latte, e bevande come il bissap, con fiori di ibisco, arancia e menta fresca. 
Un modo immediato ed efficace di farsi conoscere da parte di una comunità che a Piacenza conta oltre un centinaio di persone e che desidera far parte della vita attiva della città, e che sul palco di Spazio4.0 ha fatto risuonare le note dell’inno nazionale “For The Gambia Our Homeland” subito seguite da quelle di “Fratelli d’Italia”. Un’apertura apprezzata anche da Paola Gazzolo, che ha ringraziato i ragazzi di GAM per essersi messi in gioco e per il loro adoperarsi nella costruzione di reti e relazioni, presupposto fondamentale per una comunità migliore, equa, plurale e inclusiva: «un lavoro di creazione di reti capace di aiutare l’amministrazione pubblica a dare risposte sempre più all’altezza dei tempi».

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