In Emilia-Romagna frena la presenza di stranieri, ma in regione Piacenza è quella che ne ha di più
Presentato il dossier statistico immigrazione sui dati Istat. L'incidenza di residenti stranieri resta più alta nelle province nord-occidentali: a Piacenza è del 14,6%
In Emilia-Romagna frena la crescita di cittadini stranieri. Lo conferma il Dossier statistico immigrazione Idos-Confronti, presentato a Bologna il 28 ottobre, con focus proprio sulla nostra regione. I dati Istat riferiscono che i cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna sono 537.556, in flessione di poche decine di unità rispetto all'anno precedente. In Emilia Romagna i cittadini stranieri sono complessivamente il il 12,1 per cento della popolazione. L'agenzia Ansa scrive che si tratta dell'incidenza più alta fra le regioni italiane, in leggero incremento perché la popolazione italiana (e complessiva) è calata per effetto della pandemia di Coronavirus. I cittadini non Ue, da soli, rappresentano il 9,3% della popolazione emiliano-romagnola.
L'incidenza di residenti stranieri resta più alta nelle province nord-occidentali: a Piacenza è del 14,6%, a Parma del 14,3%, a Modena del 13%, a Reggio Emilia del 12,2%. Sotto la media regionale Bologna (11,7%), Ravenna (11,3%), Forlì-Cesena (11%), Rimini (10,7%) e Ferrara (9,5%).
La comunità più rappresentata è quella romena, che raccoglie il 17,6% del totale dei cittadini stranieri residenti. Cresce l'incidenza degli alunni stranieri iscritti alle scuole della regione: erano il 17,1% del totale nel 2019/2020 (contro il 16,4% dell'anno prima). I bambini stranieri nati nel 2020 in Emilia-Romagna sono stati un quarto del totale dei nati nell'anno (in Italia il 15%). Tra gli stranieri minorenni, circa tre quarti (il 74,5%) sono nati in Italia. Restano stabili gli occupati (circa 259.800), mentre calano del 6,4% a livello nazionale. Ma le donne straniere occupate diminuiscono da 122.867 a 115.952. Crescono le imprese condotte da cittadini stranieri: sono 55.999, il 12,5% del totale, con un incremento del 2,5% rispetto al 2019, mentre le imprese italiane sono diminuite (-1%). Sul versante delle rimesse, dopo anni di stazionarietà, i dati della Banca d'Italia indicano un aumento del flusso di denaro inviato nei Paesi di origine dei migranti: da 568 a 706 milioni, con un aumento del 24,3% rispetto al 2019.