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«Piuttosto teniamo il ponte provvisorio e sistemiamo la Statale 45 da Lenzino a Ottone»

Castelli non ci sta allo «sperpero» dei 21 milioni di euro per il ponte definitivo. Lo appoggia anche l’opposizione: «Vincoli anacronistici quelli della Soprintendenza». Il sindaco: «La sede di questo ente è un palazzo del ‘500: non mi risulta che si scaldino a legna come all’epoca della costruzione»

Per qualcuno potrà sembrare una proposta choc. Ma per il sindaco di Cerignale Massimo Castelli è quasi meglio tenersi il ponte provvisorio (quando sarà pronto) e con i 21 milioni di euro indicati da Anas per realizzare il definitivo, «sistemare bene tutta la Statale 45 da Lenzino a Ottone».

Il comitato “Nuovo ponte Lenzino” continua la sua battaglia contro le intenzioni di Anas e i vincoli posti dalla Soprintendenza (acomitato ponte lenzino-2 tutela del paesaggio) sul manufatto crollato lo scorso 3 ottobre, che ha aumentato le distanze tra i comuni di Corte Brugnatella, Ottone, Cerignale e Zerba rispetto al resto del Piacentino. Online (il modulo è scaricabile qui) il comitato incassa la partecipazione di tanti.

L’idea è quella di organizzare anche dei banchetti di sensibilizzazione, ad esempio a Bobbio, durante i mercati. «Il comitato - Castelli traccia un bilancio dei primi giorni di sensibilizzazione - è un gruppo di cittadini che vuole essere protagonista del futuro del territorio. Questo tema interessa perché il cittadino s’interroga sull’opera, ma anche sullo spreco. Stridono molto, in un momento di difficoltà per le attività economiche, questi 21 milioni di euro gettati nelle acque del Trebbia. Quando noi sindaci, per avere un po’ di soldi sulla 45, abbiamo penato decine di anni…».

Il sindaco definisce l’importo del ponte definitivo «uno sproposito» e ha in mente di nominare un consulente per valutare laLenzino-6 spreco di denaro pubblico. «Agli amministratori locali si chiede di essere oculati nella gestione delle risorse di tutti. Beh, 260mila euro a metro non mi pare che sia oculatezza».  

Per il primo cittadino e coordinatore dei piccoli comuni Anci occorre coniugare la funzionalità dell’opera, la bellezza, tenendo in considerazione i costi. «Invito qualche progettista famoso a prendersi a cuore la vicenda di questa vallata. Ad esempio mi fa piacere che l’Ordine degli Architetti di Piacenza trasmetta all’ordine nazionale questa necessità».

Il malcontento si diffonde in tutta la vallata: perché ricostruire e tutelare una struttura dell’Ottocento crollata? «L’uomo è sempre progredito – riflette Castelli - la strada serve per far transitare i veicoli. L’Appia antica a Roma dura 500 metri, ma poi è un’arteria moderna. Ingiusto ricostruire sopra i piloni di Lenzino. Dobbiamo uscire dal cortocircuito, la Soprintendenza pensa di avere la verità in tasca e non si preoccupa dei costi».

L’attacco del sindaco è frontale. «Mi viene da dire: dove si trova la sede della Soprintendenza di Parma? Nel complessoCerignale-9 monumentale della Pilotta, edificio cinquecentesco e seicentesco. Ma se vado là trovo l’ascensore, la climatizzazione, i doppi vetri. Allora che smontino tutto e si scaldino con la legna per “lasciare l’impronta del ‘500 e del ‘600”, come chiedono a noi per conservare il ponte crollato. Chi gestisce questi vincoli crede di essere il Padre Eterno».

A Cerignale è d’accordo anche l’opposizione. «Siamo vicini al sindaco – commenta Roberto Nistri, consigliere della civica “Nistri sindaco” - in questa iniziativa. È scandaloso ciò che sta accadendo, questa era una valle che lentamente stava tornando ad avere una predisposizione al turismo». Nistri è originario di Firenze, ha comprato casa qui una decina d’anni fa. «Come me tante persone di Milano e di altri posti si sono innamorate di Cerignale e dell’Alta Valtrebbia. Ma la Statale rimane un enorme problema, per cui condivido la contestazione: se Anas vuole metterci 21 milioni di euro, teniamoci il ponte provvisorio e investiamo sulla messa in sicurezza di lunghi tratti della strada». Da queste parti nessuno vede di buon occhio la Soprintendenza. «Concetti anacronistici quelli sbandierati da loro che hanno un forte impatto sui cittadini. Non possono bloccare il rinnovamento: rivestire di pietre i piloni del ponte provvisorio, che andrebbe distrutto tre anni dopo, per “non danneggiare il paesaggio” (portando a 4 milioni il costo della struttura) è una follia. Diciamo basta allo sperpero di soldi».  

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