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Progetto “Mi fido”, l’impegno della Fondazione per contrastare la violenza di genere e tra pari

A fianco di cinque cooperative sociali e associazioni nel progetto “Mi fido”

“Mi fido”; queste due sole parole che esprimono un grande concetto, identificano l’importante iniziativa che vede la Fondazione di Piacenza e Vigevano a fianco di cinque cooperative sociali e associazioni piacentine nel mettere in campo un progetto mirato a contrastare la violenza di genere e tra pari. Allo scopo si prevede la realizzazione, fino alla fine di maggio, di percorsi di prevenzione nelle scuole, nei centri di aggregazione del territorio e in alcune strutture di accoglienza, lavorando, oltre che con i giovani, con gli insegnanti e gli educatori delle strutture coinvolte e con donne in difficoltà. Una parte del progetto è dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, che, come la violenza, sono collegati alla mancanza di stima in sé e nell'altro. Il programma è supervisionato da Michele Marangi, docente di media-education dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e da mediatori e psicologi esperti sulla violenza di genere.

Abbiamo deciso di sostenere il progetto (con 30mila euro N.d.R.), ha affermato Nicoletta Corvi della Fondazione di Piacenza e Vigevano, per contrastare la problematica diffusa sul nostro territorio, anche con l’ambizione di poter fare un cambio di schema nei confronti della gestione della violenza. Il progetto mette insieme eterogenee e reciproche competenze per rispondere in maniera corale e in tutte le sue sfaccettature, allo stesso problema.

I dettagli del piano di lavoro e i ruoli dei promotori sono stati illustrati in conferenza  stampa (nella foto da sinistra destra) da Patrizia De Micheli, responsabile relazioni esterne Associazione La Ricerca, Tiziana Pisati e Nicoletta Corvi per la Fondazione, Alessandra Bassi, coodinatrice del progetto della Cooperativa sociale Arco, Maria Scagnelli, responsabile area adolescenti e progetti formativi, Cooperativa sociale Casa del Fanciullo e Maria Chiara Bisotti, presidente Cooperativa sociale “Oltre”. 

“Tra le novità proprie del progetto - evidenzia la nota di presentazione - il lavoro sulla fiducia centrato sulla produzione di report personali da parte dei ragazzi, e sulla loro rielaborazione e implementazione. Si partirà dalla decodifica ed elaborazione di messaggi che arrivano ai ragazzi da Internet, dalle persone, da tv, cinema, giornali e social network. I media digitali in particolare sono uno strumento utile per interrogarsi su cosa sta capitando "attorno a noi", ma anche per rispecchiarsi.  I ragazzi oltre che spettatori sono produttori di messaggi condivisi: per questo si lavorerà soprattutto in un'ottica produttiva dei messaggi stessi, perché producendo, ideando, facendo, si può comprendere in maniera diretta ed efficace la conseguenza della propria azione creativa. Una volta realizzati i prodotti, che siano progetti social, flyer, adesivi, video, ecc.; sarà importante che i ragazzi li "testino" comunicandoli, vedendo l'effetto raggiunto tramite la condivisione con altre persone in un'ottica di peer education, per creare nicchie virtuose e desiderio di saperne di più rispetto ai temi del progetto”.

A gennaio sono già stati avviati i percorsi nei centri educativi e di aggregazione giovanili: Spazio Giovani Sarmato gestito da Coop L'Arco, Centro Educativo Tandem di Piacenza gestito da Casa del Fanciullo, Centro Educativo Step di Piacenza gestito da Oltre, Centro Giovani Corte di Cortemaggiore gestito da La Ricerca e L'Arco e presso l'agenzia formativa Tutor. A seguire l’Istituto commerciale e per geometri Alessio Tramello, il liceo artistico Cassinari, l’istituto Casali, i licei Gioia (durante la settimana della flessibilità) e Colombini, l’istituto Raineri Marcora e  Endo Fap don Orione che è l’ente di formazione e aggiornamento professionale di Borgonovo e Piacenza. Le classi saranno coinvolte in quattro incontri per un totale di sei ore; la formazione dedicata agli insegnanti di ogni istituto sarà di circa tre ore. Il lavoro proseguirà inoltre con un gruppo di donne migranti e in situazioni di difficoltà, in collaborazione con Protezione della giovane (Acisjf, associazione cattolica internazionale) Associazione la Ricerca e Associazione Arcobaleno.

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