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Terrepadane

Il progetto dell'ex Consorzio Agrario cambia, c'è "fame" di alloggi per gli universitari

Il progetto è ambizioso e potrebbe risolvere uno dei problemi cruciali della città emersi in questi ultimi anni, ovvero la carenza di alloggi per studenti universitari fuori sede

Il progetto è ambizioso, ma potrebbe risolvere uno dei problemi cruciali per il nostro territorio emersi in questi ultimi anni, ovvero “la fame” di alloggi per studenti universitari fuori sede che sempre più numerosi si stanno iscrivendo nelle numerose facoltà che si sono insediate a Piacenza, da quelle storiche della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari ed ambientali (che pur possono contare sul Collegio Sant'Isidoro), a quelle delle Facoltà di Economia e Diritto e Scienze della Formazione, alle Facoltà del Politecnico, a quelle dei corsi in Infermieristica e Fisioterapia fino a quella di Medicina e chirurgia in lingua inglese. E’ evidente che una disponibilità di alloggi per tutti gli studenti fuori sede avrebbe un rilevante effetto anche sull’attrattività che queste facoltà potrebbero esercitare unitamente alla qualità dell’insegnamento erogato.

E allora ecco la proposta: l’area degli ex consorzi agrari di via Colombo che Terrepadane, in collaborazione con il Politecnico di Milano, progettando per una ipotesi di nuova destinazione, ovvero la Residenza per Studenti “Molini degli Orti”, un sito industriale da rigenerare, il più grande della città caratterizzato da sempre, in termini occupazionali, storico-sociali, di un forte legame con il territorio, con uno studio che possa reinventare questi enormi spazi in quella che era la periferia della città ma che oggi sfiora il centro storico, per intravederne le nuove funzionalità.

Se ne è trattato nel corso di un seminario di cultura tecnologica della progettazione dal titolo: “Residenza per Studenti “Molini degli Orti" presso la Sala Convegni “G. Bertonazzi” presso il Palazzo dell’Agricoltura cui hanno partecipato, oltre a numerosi studenti del Politecnico. Marco Crotti, presidente Consorzio Terrepadane ha portato i saluti della cooperativa da lui presieduta ed ha sottolineato gli storici valori che la caratterizzano da oltre un secolo, legata ai bisogni della città, espressione di un mondo agricolo ed imprenditoriale che ha visto proprio a Piacenza la nascita della Federazione dei Consorzi agrari, un legame duraturo nonostante l’evoluzione interprovinciale che ha caratterizzato in questi anni Terrepadane sempre più tecnologicamente impegnata al fianco degli agricoltori e degli allevatori verso una nuova dimensione del comparto agro-alimentare, ed in continua sinergia con le Università che operano sul territorio piacentino.

Dopo l’introduzione dei professori Roberto Bolici e Matteo Gambaro del Politecnico di Milano, sono seguite le relazioni sulle “Residenze studentesche nel contesto italiano” del professore Adolfo Baratta, Università degli Studi Roma Tre e del docente Fabrizio Schiaffonati del Politecnico di Milano, cui è seguita, nel pomeriggio quella sulla “Qualità ambientale dello spazio pubblico” a cura della professoressa Elena Mussinelli, del Politecnico di Milano. Coordineranno la stesura del progetto cui saranno chiamati alla sua elaborazione, una novantina di studenti del primo anno di magistrale del Laboratorio di progetto e costruzione dell’architettura del Politecnico di Milano, salutati dall’assessore all’Urbanistica del Comune di Piacenza arch. Adriana Fantini e di quello alle Politiche giovanili Francesco Brianti.

Nella sua introduzione Bolici (che ha coordinato l’incontro) ha sottolineato che in questo periodo storico, l’occidente è contraddistinto da un’importante fase di transizione. Il sistema economico produttivo, incentrato sull’industria, sta progressivamente passando a un sistema incentrato sui servizi. Fenomeno manifesto anche in Italia e rilevato annualmente dall’Istat, che registra una costante crescita del comparto servizi a scapito del comparto industriale. Ne deriva un continuo aumento del numero di siti industriali dismessi, taluni sfortunatamente abbandonati e dimenticati, mentre altri vengono recuperati e viene data loro l’occasione di rivivere una nuova stagione.

La massiccia presenza di siti dismessi evidenzia una criticità rilevante, in termini ambientali e di decoro urbano, alla quale prestare grande attenzione. Da una parte, l’abbandono di vaste aree industriali determina nel tempo una minaccia dal punto di vista ambientale. Dall’atra, la presenza di organismi edilizi abbandonati e destinati nel lungo periodo al degrado, costituisce una ulteriore minaccia in termini paesaggistici. Pertanto, un minuzioso intervento di messa in sicurezza, recupero e valorizzazione di tali siti, oltre a essere auspicabile sotto il profilo ambientale, rappresenta al contempo un’ineludibile occasione di rilancio per l’economia del territorio. Questo è lo scenario che si trova difronte la città di Piacenza, guardando all’area dell’ex Consorzio Agrario. Una città paradigmatica, la storia dei Consorzi Agrari italiani è nata a Piacenza come peraltro la Federconsorzi, con un sito industriale da rigenerare, il più grande della città, che dovrà fare i conti con il forte legame, conservato da sempre, con il territorio.

La strategia adottata dalla storica realtà consortile, con l’amministrazione comunale, si è orientata sia nell’adozione di uno strumento attuativo innovativo, che si ponesse come obiettivo quello di fermare l’espansione della città in nome della rigenerazione urbana (Piano Urbanistico Attuativo), sia di sperimentare la cooperazione pubblico/privato. Una strategia vincente che fa leva sulla consapevolezza archeo-industriale, sulla visione urbanistica e sulla qualità architettonica. Un rinnovamento in equilibrio con la trasmissione dei valori culturali, materiali e immateriali, e la permanenza della memoria storica. Reinventare gli spazi, per dare loro una seconda chance, non è certo una novità, ma intravederne le giuste funzioni richiede studio, metodiche, buone pratiche ed esperienze positive.

Queste le motivazioni che hanno spinto il Consorzio Terrepadane, in collaborazione con il Politecnico di Milano (“Laboratorio di progetto e costruzione dell’architettura” del Corso di Studi in Architettura – Ambiente Costruito – Interni) a riflettere sulle possibili opportunità che le esigenze della società contemporanea richiede. Non solo cultura o produzione, ma anche destinazioni d’uso più impegnative come l’accoglienza di nuove forme di ricettività, la Residenza per Studenti. Di fronte a una dinamica espansiva della popolazione universitaria e il contestuale incremento nel numero di studenti fuorisede, la necessità di trovare soluzioni strutturate che promuovano lo sviluppo di un mercato degli alloggi flessibile e di moderna concezione, rappresenta una leva strategica per la competitività del sistema della formazione nel suo complesso.

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