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Protezione civile, due momenti formativi per 500 studenti

Su sicurezza, prevenzione e autoprotezione in caso di calamità naturali

Si sono tenuti nei giorni scorsi, presso l’aula Podcast dell’Isii Marconi, due momenti formativi in video conferenza organizzati dall’Ufficio di Protezione civile del Corpo di Polizia Locale del Comune di Piacenza in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Parma e Piacenza, che hanno visto la partecipazione (in diretta o in differita) di circa 500 studenti delle classi di terza media e delle scuole superiori, aventi per oggetto i temi della sicurezza, della prevenzione e dell’autoprotezione in caso di calamità naturali. Gli incontri, coordinati a nome dell’Ufficio Scolastico, dalla docente del Liceo Respighi, Silvia Mallozzi con la collaborazione delle professoresse dell’Isii Marconi Clara Rossi e Ilaria Tiberio, hanno visto gli interventi del commissario maggiore del Corpo di Polizia Locale, Giuseppe Addabbo e del geologo Roberto Santacroce del Centro operativo comunale di Protezione civile, i quali hanno spiegato ai ragazzi i contenuti del Piano Comunale di Protezione civile del Comune di Piacenza, soffermandosi in particolare sulla previsione dei rischi, la prevenzione, il soccorso e l’autoprotezione  riassunti nella “Guida al cittadino” all’uso del Piano stesso.

«Da anni - sottolinea Mirko Mussi, comandante del Corpo di Polizia Locale e dirigente del Servizio di Protezione Civile - esiste una stretta collaborazione con l’Ufficio Scolastico per calendarizzare momenti di sensibilizzazione in materia, tramite formativi specifici per ogni scuola di ordine e grado del territorio comunale. Relativamente all’anno scolastico 2021/22, seppur in periodo di pandemia, sono stati coinvolti in presenza e in videoconferenza ben 80 classi e 1500 studenti, anche della Provincia”. “L’attività proposta dalla Protezione civile comunale – evidenzia Maurizio Bocedi, dirigente dell’Ufficio scolastico di Parma e Piacenza - offre un supporto utile per la conoscenza del territorio e le norme di comportamento in caso di situazioni a rischio. La guida al cittadino offre, altresì, uno strumento utile per diventare cittadini attivi e responsabili».

In apertura dei lavori, Silvia Mallozzi ha ricordato che “con l’entrata in vigore dell’insegnamento obbligatorio dell’educazione civica si è reso necessario progettare attività che affrontino anche tematiche inerenti ai rischi che incombono sul territorio”, mentre a seguire Giuseppe Addabbo ha sottolineato l’importanza della creazione di una moderna coscienza di educazione civica alla Protezione civile: “Affinché i concetti di “pericolo”, “sicurezza” e “autoprotezione” vengano affrontati in modo adeguato, è necessario che il sistema della Protezione civile e il mondo della scuola avviino, sempre più, processi di collaborazione attraverso strumenti didattici differenziati a seconda delle età”. Il geologo Roberto Santacroce, referente del Coc, è poi sceso nel dettaglio dei contenuti dell’opuscolo informativo: «La Guida al cittadino indica le principali emergenze che si possono riscontrare sul territorio comunale, l’importanza dei bollettini previsionali regionali e il significato dei codici colore (giallo, arancione, rosso) che ne definiscono la pericolosità. Il libretto – ha aggiunto - contiene le informazioni fondamentali sul livello di rischio del territorio, su chi è responsabile della incolumità dei cittadini, sul modello organizzativo di intervento e sui sistemi di autoprotezione prima dell’arrivo dei soccorsi».

Santacroce ha concluso il suo intervento sottolineando che «le criticità del territorio comunale di Piacenza hanno nel rischio idraulico il pericolo più avvertito, a causa della presenza dei fiumi Trebbia e Po, del torrente Nure e di una fitta rete di canali. Le alluvioni sono così il pericolo numero uno da cui guardarsi, a cui seguono le forti nevicate, il gelo o i temporali, i fulmini e il vento. La guida prende comunque in considerazione anche i rischi sismici, industriali e l’interruzione di pubblici servizi, quali ad esempio l’erogazione di energia elettrica o di acqua, e ancora gli incendi, le emergenze ambientali e sanitarie, per concludere con il rischio nucleare in caso di contaminazione».

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