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Province, comuni e Camere di Commercio: tutte le riforme vanno contro la montagna

L’incontro di Bettola organizzato dalla Lega con il ministro Stefani stimola il dibattito: l’intervento di Paolo Labati

A margine dell’incontro di sabato scorso tenutosi a Bettola sui problemi della montagna, ringrazio la Lega ed in particolare gli autorevoli parlamentari presenti che con tanta buona volontà, hanno voluto mettersi a disposizione per le problematiche che penalizzano il territorio e la sua comunità. Purtroppo non mi è stato possibile intervenire, perché la “scaletta” dell’incontro prevedeva solo una serie di persone che rappresentavano i “testimoni” dei vari tavoli oggetto di approfondimento. Ho comunque consegnato alla parlamentare Elena Murelli un mio sunto derivante da decenni del mio impegno sociale ed amministrativo sul territorio al fine di contribuire nella direzione che auspico e che porti a risultati concreti. Prima di entrare nello specifico della montagna in senso stretto, ritengo utile accennare ad alcune questioni che condizionano direttamente e indirettamente il territorio.

Province: alcuni anni il governo attraverso il suo ministro Del Rio ha colpito le amministrazioni provinciali: il presidente del tempo Massimo Trespidi è stato l’ultimo eletto dai cittadini. Il personale, quello che ha potuto, è emigrato in altri enti, e le competenze e ruolo dell’ente drasticamente ridotto. Dopo qualche anno ci si accorge, che le “nuove Province”, formalmente ancora in vita, non hanno mezzi per far fronte alla gestione del territorio. Si pensa così ad una loro rivitalizzazione mettendo in campo anche un nuovo sistema di rappresentatività mediante elezioni riservate ai soli consiglieri comunali con un “geniale” sistema di rappresentatività secondo l’appartenenza dei “votanti” ai comuni più o meno abitati. Il risultato (ovvio) che i “poveri montanari” sono rimasti a casa. Mi auguro che i consiglieri del territorio periferico non abbiano partecipato al voto per non coronare al peggio la “farsa”.

Comuni: sempre su input e promessi contributo a riguardo si sono auspicati fusioni e unioni dei piccoli Comuni. La Valnure (fortunatamente) non è caduta (grazie ai suoi cittadini) in quella strettoia e anche se con difficoltà le singole amministrazioni sopravvivono rappresentando a pieno titolo il territorio.

Camere di commercio: si è portata avanti l’accorpamento con le camere di Parma e Reggio. Forse chi ha ideato questo dimentica che il ruolo delle Camere è di fulcro e di motore propositivo delle economie locali e territoriali a seconda delle singole peculiarità.

Entrando nel merito delle problematiche della montagna in senso stretto, lascio ai “tavoli” della Lega la stesura di ricette: dico solo che il territorio e la comunità rimasta “si salva” se il Governo vuole e può attuare un meccanismo di compensazione per aiutare un territorio debole e fragile.

Ricordo che nel ’97 la legge 94 prevedeva semplificazioni fiscali e detassazione per le piccole imprese che operassero nei comuni inferiori (allora) ai 3000 abitanti e nei centri (allora) inferiori ai 500 abitanti. Quella legge non ha mai trovato concreta applicazione. Chiudo nel rinnovare la fiducia alla Lega e ai parlamentari che sabato a Bettola hanno mostrato disponibilità, attenzione e desiderio di aiutare la montagna nel suo insieme come territorio debole.

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