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Quarant’anni di lotta contro i tumori: la vita di Luigi Cavanna al XXI Periti Day

Dopo la cronaca della XXI edizione del convegno “Periti mistral muro d day”, svolto a Palazzo Galli - Banca di Piacenza, la cortese collaborazione dei protagonisti ci consente di offrire ampia sintesi degli interventi che hanno caratterizzato i lavori

Oggi ci si ammala di più, ma si muore di meno e si vive più a lungo.

Di Luigi Cavanna

Luigi Cavanna si laurea presso l’Università di Pavia nel luglio 1978, con 110/110 e Lode. Negli anni 70/80 sia l’istituto di Patologia Medica diretto dal professore Sergio Perugini, che quello di Clinica Medica diretto dal prof Edoardo Storti, avevano un marcato indirizzo ematologico. Per chi frequentava questi istituti, non poteva non “innamorarsi “di questa disciplina, erano gli albori dei primi successi nella cura di malattie gravi e mortali come la leucemia, i linfomi , i mielomi. Così cercai di entrare nella scuola di specializzazione di Ematologia, appena laureato e ci riuscii. Dopo il tirocinio al policlinico San Matteo, nel 1982 inizio a Piacenza, cercando, nel reparto di Medicina Interna, diretta dal prof Luigi Buscarini, di contrite l’attività di ematologia. All’inizio è stata dura, lavoravo in un piccolo ambulatorio, con una infermiera a tempo parziale. Poi pian piano più pazienti si facevano curare a Piacenza, l’attività progressivamente cresceva. Nel 1985, vado a Parigi in un Istituto molto prestigioso, Hospital S. Louis, diretto dal leggendario prof Jean Bernard, era un istituto fra i migliori al mondo, per la cura e la ricerca sulle leucemie. Durante una lezione del prof Jean Bernard, viene presentata una paziente di 13 anni, affetta da leucemia acuta, curata anni prima. In quegli anni la leucemia era mortale nel 100 per 100 dei malati, anche se giovani o bambini. La giovane malata, di nome Myriam, aveva iniziato una chemioterapica di 5 giorni ogni mese, per 5 anni. Dopo cinque anni di cura la paziente era viva e senza segni di recidiva della leucemia. La giovane riesce poi a vincere una competizione sportiva molto difficile, campionato di nuoto del Nord-Africa, inoltre successivamente, diventerà madre di 3 figli tutti sani. In una sola persona erano rappresentati 3 grandi elementi: 1) la leucemia poteva essere guarita,2) chi guariva poteva stare bene al punto di vincere una competizione sportiva molto difficile, 3) poteva avere figli sani. Noi giovani medici ci sentivamo molto impegnati nello studio e nella cura di queste malattie. 

A Piacenza, l’attività continua, e nel 1994, 28 dicembre, vengo nominato primario, 5 anni dopo assieme ai colleghi abbiamo fatto il primo trapianto di midollo autologo e nel 2002 il primo trapianto da donatore (allogenico). Il passaggio dall‘ematologia all‘oncologia è stato favorito dal desiderio di essere d’aiuto ad un numero maggiore di persone e dalla necessità di una collaborazione stretta fra le 2 discipline. I pazienti con malattie oncologiche sono molto numerosi, si pensi che ogni giorno in Italia, vengono diagnosticati mille nuovi casi di pazienti con tumore maligno, con soddisfazione possiamo però concludere che ci si ammala di più, ma si muore di meno e si vive più a lungo. Possiamo essere tutti felici di questo. 

Le mie ricerche e quelle dei miei collaboratori sono incentrate nella cura dei pazienti con tumori e abbiamo pubblicato da poco 2 importanti ricerche su riviste americane autorevoli, una sul tumore del polmone ed una sul tumore del pancreas.

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