rotate-mobile
Attualità

A quarantatrè anni dall’assassinio dell’onorevole Aldo Moro

Il ricordo dell'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani Sezione Provinciale di Piacenza

«La recente decisione da parte del presidente francese Emmanuel Macron di procedere all'arresto di 7 ex brigatisti italiani ha fatto riemergere, tra l’altro, la profonda ferita apertasi nel nostro Paese il 9 maggio del 1978 con l’uccisione dell’onorevole Aldo Moro». Inizia così il comunicato firmato dall'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani Sezione Provinciale di Piacenza.

«Tra i 20 ex terroristi protagonisti degli anni di piombo inseguiti dalla giustizia italiana e ancora latitanti all'estero, 14 hanno fatto parte di formazioni di sinistra - Brigate Rosse, Prima Linea, Unione comunisti combattenti - e 3 di estrema destra. Tra loro anche due dei brigatisti che erano in via Fani la mattina del 16 marzo del 1978 quando fu sequestrato il presidente della Dc: Alessio Casimirri e Alvaro Lojacono, entrambi condannati all'ergastolo. Il primo vive ancora in Nicaragua, il secondo in Svizzera. Proprio la pubblicazione in questa settimana del libro di Walter Veltroni: ”Il saggio su Moro. L’istante in cui cambiò l’Italia” vuole richiamare, a distanza di 43 anni, una delle pagine più drammatiche della Repubblica Italiana», si legge. «Scrive Veltroni: "Moro aveva convinto a fatica una recalcitrante Democrazia cristiana a imboccare la via della collaborazione con il Pci. In lui era dichiarata l’intenzione di sperimentare una fase di collaborazione, di legittimare, dal punto di vista democratico e internazionale, lo storico avversario di sempre e poi di conoscere così una democrazia dell’alternanza, senza dover immaginare che una sconfitta elettorale della Dc, che certo lui in questo modo pensava di evitare, significasse un rischio democratico per un Paese occidentale. Era un grande disegno. Diciamoci la verità, il più grande dopo la Resistenza e la Costituzione. Contro questa linea sparano le Br. Colpendo Moro mandano in frantumi tutto il progetto. E la politica italiana, come nella tensione di un elastico rotto, torna al punto di partenza. Le Brigate rosse volevano il comunismo ma hanno prodotto il pentapartito. Volevano destabilizzare e hanno finito col ripristinare lo statu quo. E loro stesse, per arrivare troppo vicino al sole, si sono bruciate le ali. È il destino drammatico delle api che se pungono, muoiono”».

«E’ per tutti noi, spettatori di quelle vicende, ricordare, onorare e ringraziare questi grandi uomini che, come l’onorevole Aldo Moro, hanno dato la vita, prima per conquistare e poi, per difendere e presidiare la libertà e la democrazia nel nostro Paese; è grazie a loro che possiamo vivere in un epoca, pur tra difficoltà e problemi, di pace e benessere», conclude la nota.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

A quarantatrè anni dall’assassinio dell’onorevole Aldo Moro

IlPiacenza è in caricamento