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Quarta corsia in A1, Legambiente: «Quanto asfalto occorre per accontentare la Regione?»

L’associazione: «Il Pnrr finanzia cantieri che non aggravino la situazione ambientale, ma in ogni parte della regione ci sono progetti per nuove strade e autostrade»

«Il potenziamento autostradale non ha nulla a che fare con lo sviluppo sostenibile, né con la riduzione delle emissioni». Legambiente e WWF Emilia-Romagna commentano la recente richiesta di allargamento dell’Autostrada A1 fra Modena e Piacenza, esternata sui giornali dalla Regione Emilia-Romagna per bocca dell’assessore Corsini. «L’obiettivo presunto sarebbe fluidificare il traffico delle città.  Una soluzione singolare quella individuata dalla Regione, che dovrebbe spiegare in che modo e da quando la costruzione di una nuova infrastruttura porterebbe al decongestionamento del traffico cittadino. Dovrebbe anche spiegare se sia coerente con l’obiettivo che la stessa Regione dichiara di voler raggiungere di una riduzione del traffico veicolare. È ovvio che se davvero si persegue questo obiettivo non ci sarà bisogno di decongestionare nulla». «È di mercoledì, infatti, la notizia dell’incontro avvenuto tra l’assessore alle Infrastrutture Andrea Corsini e l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi, per chiedere di accelerare nella realizzazione di una quarta corsia dell’A1. Incontro avvenuto in attesa di un appuntamento con il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini. Le associazioni si augurano che il ministro Giovannini sappia tenere fede alle visioni vere di sviluppo sostenibile accelerando le opere davvero utili in regione e non i residui di programmazione superate dalle emergenze ambientali».

«Secondo l’assessore, la necessità di un’ulteriore corsia "fluidificherebbe meglio il traffico e sgraverebbe i centri abitati da una serie di problematiche che oggi si scaricano sui centri dei paesi", un’affermazione già abbastanza insensata, che viene addirittura motivata dalla convinzione che la nuova strada "sarebbe importante anche per la competitività dei distretti industriali di questo territorio". Una retorica ormai insopportabile e priva di ogni supporto tecnico». «Ancora una volta si assiste a una visione cieca e anche anacronistica – dichiarano le associazioni – le soluzioni proposte non solo sono totalmente incoerenti con le misure di contrasto agli effetti del cambiamento climatico e di abbattimento delle emissioni, ma guardano a un modello di sviluppo e di competitività dei settori industriali ormai obsoleti».  «Ci chiediamo come la costruzione di una nuova strada, che altro non farebbe che incrementare ulteriormente il traffico su gomma, possa coesistere con gli obiettivi che la stessa Regione si è data. È ora che gli obiettivi che la Regione pensa di perseguire trovino una completa attuazione in piani coerenti con la sfida climatica che stiamo già affrontando – concludono le associazioni – altrimenti resteranno nient’altro che semplici dichiarazioni di intenti».

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