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Il progetto

Rinaturazione del fiume Po-Pnrr: si passa alla fase operativa, 56 le aree d’intervento

Concluso e pubblicato l’iter approvativo sotto il coordinamento del Ministero della Transizione Ecologica 

Rinaturazione del fiume Po-Pnrr: si passa alla fase operativa, 56 le aree d’intervento. Nelle scorse settimane infatti il Programma di Azione da 357 milioni di euro, predisposto dall’Autorità Distrettuale con il fondamentale contributo di AIPo e delle quattro Regioni rivierasche (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto), ha concluso e pubblicato l’iter approvativo sotto il coordinamento del Ministero della Transizione Ecologica, LE AREE DI INTERVENTO (allegati 6.1 – 6.2).

«Si tratta di 56 aree di intervento - spiega la nota dell'Autorità Distrettuale Fiume Po - distribuite lungo l’intera asta fluviale, laddove sono maggiori le criticità morfologiche ed ambientali e conseguentemente prioritarie le esigenze di rinaturazione, consistenti in interventi di riduzione dell’artificialità, recupero delle dinamiche morfologiche anche mediante la riapertura di lanche e rami laterali, aumento della naturalità attraverso rimboschimenti e contrasto alle specie alloctone. Il Programma d’Azione è dunque frutto di un’azione condivisa che ha aggiornato ed integrato le proposte inizialmente contenute nella scheda progetto del Pnrr, cercando di garantire in questa prima fase di programmazione la necessaria fattibilità temporale nell’ambito del ristretto orizzonte del 2026». 

«Il progetto di Rinaturazione del fiume Po – aggiunge la nota - assume un ruolo straordinariamente strategico per gli equilibri morfologici e ecologico-ambientali dell’area interessata dal corso d’acqua più lungo d’Italia ed insieme agli interventi di difesa idraulica rappresenta una delle misure più importanti della pianificazione distrettuale attuativa delle Direttive comunitarie acque (Direttiva 2000/60/CE) e alluvioni (Direttiva 2007/60/CE). Tra gli obiettivi prioritari dell’Agenda ONU 2030 per uno sviluppo più sostenibile un ruolo importante lo avrà necessariamente anche la realizzazione del progetto di Rinaturazione del Po che è stato inserito nel Pnrr e recentemente approvato».

«Data la natura e la tipologia di interventi programmati è assai rilevante richiamare anche il ruolo fondamentale che avrà il Comitato Scientifico, recentemente insediatosi e composto da numerosi specialisti delle Università e degli Istituti di ricerca, per la definizione degli indirizzi operativi per una corretta realizzazione degli interventi e di un solido piano di monitoraggio, necessario per acquisire i dati utili ai fini di verificare l’efficacia del progetto, individuare eventuali interventi correttivi e di manutenzione necessari e quindi replicarne le modalità progettuali ed attuative sperimentate anche in altri contesti fluviali. Proprio in ragione della strategicità e della natura innovativa del Progetto “Rinaturazione dell’Area del Po”, fondamentale sarà in tempi strettissimi l’attivazione di un processo partecipato sul territorio, finalizzato a coinvolgere le comunità locali e tutti i portatori di interesse e a raccogliere ogni utile contributo per tutte le fasi di avanzamento, realizzative e di futura gestione e monitoraggio degli interventi, rendendo sempre più efficace ed incisiva l’azione di tutela e valorizzazione del Po».

«L’opportunità offerta dal Pnrr e dal progetto di Rinaturazione del Po che presentiamo insieme ad AIPo e che ha trovato l’approvazione e il definitivo via libera comunitario è frutto di un lavoro approfondito e realizzato in tempi rapidi dallo staff distrettuale dopo una accurata ricognizione sui territori interessati e un capillare lavoro di aggiornamento e approfondimento tecnico nelle aree interessate degli interventi» ha commentato il Segretario dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po-Mite Alessandro Bratti. «Gli interventi di rinaturazione consentiranno di realizzare un modello tanto necessario quanto alternativo rispetto al passato in grado di incidere positivamente sugli equilibri ecologici del Grande Fiume”». Il progetto ha richiesto l’impegno fattivo dell’Autorità distrettuale. «Dare maggior spazio al fiume, assecondando, gestendo ed incentivando, compatibilmente con le esigenze di difesa dalle piene, utilizzo della risorsa idrica e navigabilità, i processi geomorfologici all’interno del corridoio ecologico – fluviale più importante d’Italia: è questa l’ottica comune che ha guidato l’ampio ed articolato lavoro avviato lo scorso autunno e svolto congiuntamente ad AIPo e con gli importanti contributi delle Regioni e degli enti gestori dei Parchi e siti Rete Natura 2000» ha aggiunto l’ingegner Andrea Colombo di AdBPo. 

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