rotate-mobile
Attualità

San Gerardo da Potenza e la sua origine piacentina

Il medioevo piacentino, quello più prossimo all’epoca del Concilio di Piacenza delle crociate, ci fa conoscere un concittadino ricordato come “literis ad plene imbutus” (maestro versato nelle lettere)

Il medioevo piacentino, quello più prossimo all’epoca del Concilio di Piacenza delle crociate, ci fa conoscere un concittadino ricordato come “literis ad plene imbutus” (maestro versato nelle lettere), “ex illustri genti de Porta” (della Nobile Famiglia dei Da Porta).

Parliamo di San Gerardo Vescovo, Patrono di Potenza il cui “dies natalis” (giorno della morte fisica e nascita al Cielo) è il 30 ottobre 1119. Santo originario di Piacenza, come scrive lo storico Campi: “Gerardus placentinus, illustri loco natus”.

La famiglia di discendenza è parte della nobiltà e alcuni membri dei Della Porta qui a Piacenza avevano la carica di Console. Nei documenti del “Registrum Magnum” ne rimane buona traccia.

Dal volume storico di don Gerardo Messina “Dal Po al Basento, Pellegrino di Pace” traiamo notizie precise, una famiglia o colonia piacentina dei Della Porta era già dal XI secolo residente a Potenza.

Addirittura in quel tempo troviamo altri due vescovi originari di Piacenza: Guglielmo Della Porta a Potenza e un altro a Melfi. Per i suoi trascorsi legami con la terra di Puglia il casato dei Della Porta mutò il cognome in Porta-Puglia, mantenendo lo stesso stemma araldico sia in Potenza che a Piacenza.

Si crede che S. Gerardo fosse arrivato là già sacerdote, sulla spinta della famosa riforma del clero di papa Gregorio VII: la lotta contro i sacerdoti concubinarii (che vivevano con una donna), quelli dediti al lucro e al commercio con l’abbandono delle pratiche sacre e dediti alla simonia (il commercio di cariche ecclesiastiche).

Successore immediato di San Gerardo fu il vescovo Manfredi che mise per iscritto la sua vita e lo ricorda come “uomo pacifico, dotto, prodigo con i poveri e dedito all’insegnamento ai giovani”.

Canonizzato per mano di papa Callisto II tra 1123-1124: “Gerardum civem placen-tinum episcopum potentinum mortuum in sanctorum numerum retulit”. E’ stato il Campi che era canonico del Duomo di Piacenza a chiedere notizie al Capitolo della Cattedrale di Potenza e così dopo il 1614 riuscì a portare a conoscenza dei piacentini i fatti relativi alla vita santa di questo insigne concittadino.

L’Ufficio della Festa ha riferimenti storici: “Gerardus, Placentiae ex illustri familia De Porta originem duxit.” (Gerardo nacque a Piacenza dall’Illustre famiglia Della Porta).

Quando era vescovo della città fece un miracolo straordinario: trovandosi presso il luogo detto di S. Maria, per la calura estiva le genti soffrivano la sete, venne a mancare il vino, Gerardo si fece portare acqua dalla vicina fonte e con un segno di croce la tramutò in vino: gli fu concesso “Cana Galileae renovare miraculum, et ita suos mirabiliter recreare”.

Il 30 maggio a Potenza si tiene la Festa della Traslazione delle Reliquie alla Cattedrale avvenuta nel 1250 con una grande processione sacra, mentre il giorno prima si svolge la rievocazione storica della “Parata dei Turchi”. Consiste in una nave trainata da uomini in costume, con cavalieri vestiti alla turca, segue il Carro medie-vale di S. Gerardo e in carrozza siede il Gran Turco con i suoi valletti seguito da alabardieri cristiani: con questo solennissimo evento si ricorda la vittoria sui Turchi avvenuta per intercessione del Santo piacentino.

Episodi di vita storico-religiosa che un uomo di Piacenza, circa novecento anni fa, ha lasciato come solida impronta in generazioni di quella terra. Così come San Corrado Confalonieri da Calendasco ci ha uniti alla sicula città di Noto, anche San Gerardo Della Porta, patrono di Potenza, ci lascia in eredità un legame con una lontana regione del territorio italiano.

Umberto Battini

In Evidenza

Potrebbe interessarti

San Gerardo da Potenza e la sua origine piacentina

IlPiacenza è in caricamento