«Sanità, Germania e Francia spendono più risorse per ogni cittadino»
«L’articolo 32 della Costituzione afferma che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Applicando questo concetto alla situazione in cui versa il servizio sanitario nazionale si possono notare incongruenze e condizioni di continuo e sistematico depauperamento di risorse che lo Stato versa, per far funzionare il sistema in maniera efficiente ed efficace su tutto il territorio. Vengono spesi a persona 1947 euro, ovvero il 6,4 del Pil, come in Spagna. A differenza di Paesi come Germania o Francia che investono cifre dai 3000 ai 4000 euro, per puntare al 10% del Pil. Per fare dei paragoni, considerando quello che spende di tasca propria il cittadino italiano per curarsi, Spagna e Portogallo spendono più di noi ,che ci allineiamo ai valori della Grecia. Attendendo i fondi del Pnrr, cui dovrebbero essere destinati 19,7 miliardi, per poter arrivare a ciò che destina Regno Unito e Portogallo, il governo dovrebbe mettere sul piatto della finanziaria 20 miliardi in più. Per eguagliare Francia e Germania ,40 miliardi. L’Ocse dichiara che per garantire la tenuta sociale del paese, l’Italia dovrebbe spendere almeno 25 miliardi. Da circa vent’anni ad oggi la spesa sanitaria risulta carente, tanto che gli aumenti coprono solo i maggiori costi dell’inflazione. Ora visto le condizioni in cui versa il SSN ,anche in funzione di quello successo con la pandemia, come mai la classe politica, governo ed opposizione, ma soprattutto i cittadini non hanno nulla da obiettare e o protestare per questo lassismo, mancanza di visione prospettica futura, per un deciso rilancio di una sanità pubblica che sia veramente un servizio universale. Un qualsiasi cittadino dal Brennero a Lampedusa, sempre per quello enunciato dalla costituzione, ha diritto ad un livello essenziale di assistenza e cura che lo prenda in carico in maniera appropriata ed adeguata, in conformità alla patologia in essere, senza dover essere obbligato a mettere mano al portafoglio o spostarsi in altre regioni o fuori dall’Italia».
Giovanni Ricci, Villanova sull’Arda