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Scoppia la grana dei cimiteri: Comune e gestore ai ferri corti

Scontro sulla manutenzione ordinaria e straordinaria, ma non solo: secondo l’ente mancano all’appello 1,3 milioni di euro di canoni di concessione e non c'è copertura assicurativa. Parte una diffida, contenzioso vicino, intanto aumenta il degrado. Le minoranze: «Il Comune doveva controllare»

I contrasti non sono cosa di oggi, i rapporti sono difficili da molti mesi, la diffida è già partita sette giorni fa e il contenzioso è dietro l’angolo. Il Comune di Piacenza e la società “Piacenza servizi cimiteriali”, che ha in gestione il servizio del cimitero monumentale e quelli delle frazioni, sono ai ferri corti. «Voglio far sapere com’è la situazione», si è affrettato a dire l’assessore Paolo Mancioppi, nell’apertura della commissione 1, riunitasi per aggiornare proprio su questi sviluppi. «Non voglio fare polemica su chi c’era al momento della stipula del contratto e chi c’è adesso – ha detto Mancioppi, riferendosi al fatto che il servizio è partito al termine della Giunta Dosi - ma far sapere alla città la situazione».

Nel 2017 viene affidata alla cooperativa torinese “Barbara B” la gestione quindicennale (quindi fino al 2032) del monumentalePaolo Mancioppi-7 della Caorsana e di Sant’Antonio, Pittolo, San Bonico, Mucinasso, Ivaccari, San Lazzaro, Le Mose, Borghetto, Roncaglia e Sparavena. Comincia a lavorare e cambia l’Amministrazione. Poi però si occupa del tutto, quale società concessionaria, la “Piacenza servizi cimiteriali”.

«Che ci siano problemi – ammette Mancioppi – è un’opinione consolidata della cittadinanza, che ci segnala quotidianamente i disagi. Attualmente non siamo soddisfatti dell’esito della gestione dei servizi cimiteriali e di come si presentano le strutture in questa fase. Abbiamo avuto dei momenti di discussione, anche accese». Servirebbero investimenti importanti, il Comune aveva messo sul piatto 750mila euro per le riqualificazione, bloccati proprio per i pessimi rapporti con il privato.

«Abbiamo vedute differenti. Non abbiamo speso le risorse messe a bilancio per questo». Comune e privato non s’intendono sugli obblighi contrattuali, gli interventi da fare, installazioni, manutenzioni delle strutture, la manutenzione ordinaria e straordinaria del verde («siamo dovuti intervenire noi con le ditte con risorse nostre per situazioni che non si potevano rimandare», sostiene Mancioppi). Così il 18 marzo, giorno dell’ultimo incontro tra le parti, è partita una diffida nei confronti del gestore.

«Tutto parte dal regolamento contrattuale tra il Comune di Piacenza e il gestore di lungo periodo del cimitero monumentale e delle frazioni», è intervenuto il direttore generale Roberto Maria Carbonara. «Roberto Maria Carbonara-2Mancano nelle nostre casse 1,3 milioni di euro del canone di concessione. La quota annuale sarebbe di 545mila euro dal 2017, ma è arrivata a intermittenza. inoltre la società, secondo la gara, doveva anche coprire un debito al precedente gestore (Ireti), ma le fatture non sono mai arrivate. E siamo sguarniti dalla copertura assicurativa, in quanto gli organi di vigilanza ritengono non più valida la fidejussione».

In cambio del canone da corrispondere a Palazzo Mercanti, la società fa poi pagare i servizi cimiteriali agli utenti. E il debito che si è accollato il privato sarebbe bilanciato da un canone ritenuto basso dal Comune. Ma i problemi non sono finiti. «Non c’è identità di vedute tra noi e il concessionario. La manutenzione non viene svolta e aspettiamo risposte. Ci troviamo davanti a uno snodo critico. Il concessionario avrà modo di far valere in tutte le sedi i propri diritti e le proprie valutazioni».

Nicola Domeneghetti (Fd’I), che ha convocato la seduta, avvisa che «il fidejussore del gestore è una società di assicurazioni bulgara. Già attenzionata dall’Unione Europea, sfuggente ai controlli della vigilanza e già in deficit prima del legame con il nostro Comune».

Le minoranze non hanno ovviamente accolto bene il quadro delineato. Ha chiamato in causa più volte la situazione dei cimiteri in questi ultimi mesi il consigliere Samuele Raggi (Pc del futuro). «Lo avevamo capito che qualcosa non andava. La stessa Barbieri aveva ammesso che si stava approfondendo la situazione. Però se mancano 1,3 milioni, significa che l’inadempienza dei canoni non è una novità. Perché si agisce ora? È preoccupante aver perso la garanzia fidejussoria». Raggi ha ricordato inoltre i problemi: ci sono perdite d’acqua, tombe scoperte. Christian Fiazza (Pd) lo ritiene «un disastro». «Siamo sicuri - ha uronuzzato - che le responsabilità verranno scaricate sugli uffici comunali, come è sempre successo in questi 4 anni. Perché attendere così tanto prima di inviare una diffida? La situazione è alquanto incresciosa». «Il degrado dei cimiteri – ha sottolineato Roberto Colla (Pc Oltre) - è sotto agli occhi di tutti da due anni. Sporcizia radicata, mancano le luci votive che vengono ugualmente addebitate, i soffitti sono pericolanti, alcuni loculi non sono accessibili. Non si può addebitare alla ditta tutta questa situazione, il Comune doveva controllare. La colpa è dell’Amministrazione». «Quadro preoccupante – ha sentenziato Massimo Trespidi (Liberi) - non ho parole. Su questa vicenda, se verranno accertate le presunte inadempienze illustrate, non aspetterò a chiedere se ci siano responsabilità erariali degli uffici del Comune e responsabilità politiche».

Dario Pietro Naddeo, dirigente dei servizi alla persona del Comune, ha precisato cosa non sarebbe rispettato del contratto: i sistemi multimediali (totem) non sono stati installati «sebbene nel contratto si parli di 24 mesi di tempo per loro collocazione». «Il sistema informativo cimiteriale (18 mesi era il tempo concesso) non c’è». Le lampade a led «andavano sostituite tutte: sono state messe in alcuni reparti di quello monumentale e in forma variabile in quelli delle frazioni».

Alla commissione ha partecipato – giusto per far capire a che punto siamo arrivati nei rapporti tra Comune e privato – anche lacimitero-8 dirigente dell’avvocatura Elena Vezzulli. «Abbiamo portato avanti lunghe trattative in questi due anni con la controparte per la manutenzione, tramite i loro avvocati. La società “Barbara B” è seria, gestisce tanti cimiteri italiani. Poi però è stata formata una società di progetto, una scatola vuota che non ha beni aggredibili. Non avendo una fidejussione certa, il Comune – che vanta un credito da 1,3 milioni - non può fare nulla». Vezzulli scagiona tutti. «La vicenda di “Piacenza Servizi Cimiteriali” non è responsabilità né degli uffici, né della politica. È del Codice degli appalti, che permette questo: è il terzo caso del genere in cui ci troviamo coinvolti».

Insomma, la situazione è drammatica: manca una fidejussione, mancano i canoni di concessione e non ci sono beni aggredibili. Ma l’assessore Mancioppi non ci sta a finire nuovamente tra i “colpevoli” (dopo l’affaire sul verde pubblico). «Rigetto le critiche all’Amministrazione, mi sono trovato a gestire un contratto fatto male. Stiamo portando avanti tutti gli atti necessari per tutelare il Comune». Ma l’opposizione non la vede così. «Il refrain – ha concluso Colla - è sempre quello, “la colpa è di altri”. Siete alla guida della città, risolvete la situazione. È indecoroso per Piacenza avere un cimitero in queste condizioni».

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