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Scuola chiusa ad Ottone, Gilda: «Servono politici che difendano gli interessi del territorio»

Il sindacato: «Abbiamo bisogno di interlocutori che non siano solo tecnici ma anche politici che possano influire direttamente nell’azione del Ministero dell’Istruzione e delle sue articolazioni territoriale e regionale»

«I signori consiglieri regionali della Lega, Matteo Rancan e Valentina Stragliati sono, per adesso, gli unici esponenti politici locali che hanno fatto almeno qualche esternazione relativa al taglio di docenti che ha provocato la chiusura della Scuola Secondaria di primo grado di Ottone, ciò nonostante l’organico dei docenti della Scuola Statale non afferisce alle competenze della Regione, alla quale entrambi pare si vogliano rivolgere, ma a quelle del Ministero dell’Istruzione e del Ministero dell’Economia». Lo scrive il sindacato Gilda in una nota.

La Gilda degli Insegnanti notando il loro interesse per la vicenda, nonostante esso non riguardi l’ente in cui Stragliati e Rancan operano, suggerisce loro, «nella qualità di esponenti territoriali di un partito governo, di rivolgersi all’attuale sottosegretario all’Istruzione, l'onorevole Rossano Sasso (eletto deputato nelle liste della Lega) e all’attuale sottosegretario all’economia Federico Freni (di area Lega), potrebbero rintracciarli anche per il tramite dei loro organi di partito». 

«Lo stesso - dicono - ci aspettiamo facciano gli esponenti piacentini del Pd nei confronti del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e del sottosegretario all’economia Alessandra Sartore, che sono nel governo in quota al loro partito. Gli attivisti piacentini del Movimento 5Stelle potrebbero agire nei confronti dell’altro sottosegretario all’Istruzione, il senatore Barbara Floridia. E ancora: quelli di Articolo 1 nei confronti della sottosegretaria l’economia, il senatore Maria Cecilia Guerra. Gli esponenti di tutti i partiti di governo nei confronti del Ministro dell’Economia Daniele Franco, che è in carica come “tecnico». 

Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza, a tal fine precisa: «La nostra non è una provocazione, abbiamo bisogno di interlocutori che non siano solo tecnici ma anche politici che difendano gli interessi del territorio influendo direttamente nell’azione del Ministero dell’Istruzione e delle sue articolazioni territoriale e regionale».

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