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Scuole statali e paritarie, «Si impedisce l’autonomia e la libertà di scelta educativa in una logica statalista»

L'intervento di suor Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche

«Dopo il 13 Febbraio 2020 il Governo è ad un bivio se ne assuma la responsabilità: ora potrà o garantire un diritto o cancellarlo, ma dovrà dirlo ai genitori. Dovrà dire: per te, contribuente povero, provvede lo Stato a istruirti il figlio… perché solo il ricco può scegliere, in un sistema classista. Difatti quello del 13 è stato un evento senza precedenti, a palazzo Giustiniani, preceduto da proclami a prova di detrattori. Nei giorni scorsi sulla stampa correvano titoli come trasversalità politica, pluralismo di voci coinvolte, la scuola è un problema che ha in sè le soluzioni. Si è dimostrato possibile che i politici invochino un partito trasversale sulla scuola perché non è uno strumento partitico.

Si sono viste rappresentanze trasversali di tutti i colori e le forme, tranne uno…Le senatrici Malpezzi (PD) e Gallone (FI), da un capo all’altro dell’emiciclo, domandano soluzioni chiare che non lascino la sensazione di dover sempre ripartire dal punto zero. Dal convegno del 13 febbraio sarà difficile prescindere.

Avremo politici capaci di misurarsi con la propria responsabilità senza giocare a nascondino solo se abbiamo cittadini cosi liberi da non dare loro alcuna via di fuga. Se tutto è stato detto, se molto è stato chiarito ora occorre una trasversalità e una visione unitaria anche dalla parte di chi rivendica la garanzia del diritto.

Questa sfida sembra essere stata vinta. In perfetta continuità con il convegno del 14 Novembre 2019, al quale i saluti della Presidente Maria Elisabetta Casellati fanno chiaro riferimento, l’incontro del 13/2 allarga il cerchio. Non è un caso che fossero numerose le voci delle persone chiamate ad intervenire per dare forma a quella sostanza che il tema “scuola, autonomia, parità e libertà di scelta educativa” muove, attraverso molte volontà e tante teste. Se alla politica si domanda responsabilità, ai cittadini è domandata una posizione unitaria che non alimenti la confusione.

Una chiara convinzione ripetuta da tutti è che si riparta dai costi standard, assegnando una quota capitaria ai genitori, affinchè possano scegliere fra una scuola pubblica statale e pubblica paritaria. Altrimenti chiaramente l’Italia risulta fuori dal mondo.

Le agenzie stampa di queste ore hanno tutte il medesimo tenore: il ricco può scegliere tra una scuola pubblica paritaria e una pubblica statale, mentre il povero si deve accontentare, rinunciando a scegliere liberamente, come la Legge prevede, all’interno del Servizio Nazionale di Istruzione. Mentre cadono sotto la scure dell’ideologia le scuole paritarie dalle rette sotto i 3.500 euro, si foraggiano le scuole paritarie dalle rette oltre i 6mila euro che non soffrono e non chiudono.

Non si tratta di un attacco alla scuola paritaria, nè tanto meno  a quella cattolica, ma è una chiara scelta di favorire un sistema classista che rafforza il ricco, rendendolo sempre più ricco e potente con maggiori chance culturali, e discrimina il povero, sempre più povero di strumenti e di occasioni di riscatto che solo la scuola può offrire.

Quindi non si chiede l’elemosina dei contributi o il favore di esistere aprendo i concorsi per i docenti… che sappiamo tutti essere un dovere di legge, ma si chiarisca il giochetto.

Si impedisce l’autonomia, la parità, la libertà di scelta educativa a favore dell’obbligo in una logica statalista ignari che i danni arrecati dal monopolio educativo non sono minori a tutti i danni che arreca sempre il monopolio.

Siccome ormai è chiaro che le vittime di questa guerra sono le famiglie svantaggiate economicamente, la soluzione è applicare i costi standard di sostenibilità per allievo, che favoriscono la leale concorrenza delle scuole sotto lo sguardo garante dello Stato, innalzano il livello di qualità, sanano il precariato. Diversamente, si dica con chiarezza che a) si attacca la scuola paritaria che non taglia in due la società e che b) si affama di autonomia la scuola statale per favorire contra legem un sistema ingessato, verticistico e classista».

Anna Monia Alfieri, esperta di politiche scolastiche

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