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Sei giorni partenopei-salernitani per i soci della Dante Alighieri di Piacenza

Nel monastero di Santa Chiara le spoglie San Giuseppe Moscati, il cui culto è ben radicato a Piacenza

Turismo, cultura, arte, storia, incanto: questi gli ingredienti della sei giorni della Società “Dante Alighieri” di Piacenza sulla costa partenopeo-salernitana: da Sorrento a Positano, Amalfi e Ravello, da Napoli agli “scavi archeologici” di Pompei, al Santuario Mariano e alla Reggia di Caserta, in un susseguirsi di contesti e di emozioni conclusi da un magnifico spettacolo serale al “Teatro Armida-Tasso” di Sorrento in una indimenticabile “cornice” canoro-musicale con cui Piacenza ha salutato Sorrento e l’intero territorio costiero visitato.

Si è vissuto un vero e proprio “tuffo” nello splendore della Costiera Amalfitana, discendendo le caratteristiche viuzze di Positano, la “Capri di terraferma”, indi assaporando l’atmosfera di quell’Amalfi “Repubblica marinara”, il suo celebre Duomo col Chiostro del Paradiso, i giardini di Villa Rufolo a Ravello, e l’eleganza serale di Sorrento, sede logistica dell’intero viaggio. L’archeologia dell’antica Pompei, fiorentissima provincia Romana imperiale, ha mostrato tutta la tragedia di quel 24 Agosto del 79 d.C. (recenti studi parlano di 24 Ottobre), quando il “dominus” Vesuvio improvvisamente seppellì questa città con un’immane massa di cenere e di lapilli, in una catastrofe annientatrice, durante una normale giornata di vitalità cittadina.

Due intere giornate sono state dedicate a Napoli, città di bellezza naturale, cultura e arte con visita alla spettacolare Cappella Sansevero col celeberrimo “Cristo velato”, dinanzi al quale il Canova ebbe a dire: “Avrei dato dieci anni della mia vita, pur di poter essere stato io a realizzare questo capolavoro!”. Di Napoli Capitale è stata ricordata la secolare “Storia” dominata per un millennio dall’Impero Romano-Bizantino, Normanni, Angioini, Aragonesi-Spagnoli, Asburgo, Francesi, Borbone - il cui re Carlo III°, in precedenza Duca di Parma e Piacenza, fu senza dubbio il più illuminato oltre che generoso monarca, anche più del noto Ferdinando I°.

La tappa napoletana ha inoltre compreso Palazzo Reale e le altre eccellenze architettoniche, panoramiche e tradizionali della città, oltre alla sosta (obbligata) al “Caffè Gambrinus”, per poi raggiungere il Monastero di Santa Chiara e il suo Chiostro maiolicato delle Clarisse, con la Chiesa del Gesù Nuovo, “dimora delle spoglie” di San Giuseppe Moscati (medico napoletano, 1880-1927), canonizzato negli anni ’80 da S.S. Giovanni Paolo II, e il cui culto è oggi mensilmente seguito anche a Piacenza, nella Basilica di San Francesco.

Nelle immagini “appunti fotografici” dall’avvincente viaggio.

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