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Sensibilizzare alla violenza di genere, 8 studenti del Respighi in aula per educare i compagni

È una delle attività introdotte dal progetto triennale “Teach” del Centro Antiviolenza di Piacenza: tra gli obiettivi quello di passare il testimone dell’educazione “tra pari” sul tema, ai giovani di sesso maschile

Violenza di genere, otto studenti del liceo Respighi di Piacenza in aula per sensibilizzare i compagni di scuola sul tema. È una delle attività introdotte dal progetto triennale “Teach” - Teaching gender-Equality Against Cyber Harrassment (Insegnare l'uguaglianza di genere contro la Cyber-violenza) - promosso dal Centro Antiviolenza di Piacenza e realizzato con il supporto della Kering Foundation, presentato questa mattina al Centro Samaritano di via Giordani.

Presenti per il Centro Antiviolenza la presidente Donatella Scardi, le psicologhe Ilaria Mantega e Maria Teresa Bertè, affiancate dalle ricercatrici dell’Università degli studi di Bergamo Chiara Giberti, Silvia Masiero, Cristiana Ottaviano – che hanno illustrato i risultati dello screening sulla violenza di genere -, da Simone Fermi Berto, docente del Liceo Respighi, oltre a due dei giovani che hanno ricevuto l’incarico di “tutor” dei loro stessi compagni.  Tra gli obiettivi c’è difatti quello di ridurre l'incidenza e l'impatto della violenza di genere nella società e nella vita dei giovani, attraverso azioni di sensibilizzazione nelle scuole con la modalità "peer education", ovvero da “pari a pari”. La peculiarità consiste per l’appunto nel passare il "testimone" della sensibilizzazione a studenti di sesso maschile che, dopo un periodo di training sono così in grado di sensibilizzare i compagni sulla tematica della violenza di genere e nello specifico della cyber-violenza. Nel primo anno del progetto i partecipanti sono stati formati dalle operatrici del Centro Antiviolenza, 12 le classi miste a cui si rivolgeranno nei prossimi due anni.

«Il coinvolgimento di figure di sesso maschile è particolarmente importante nella formazione a scuola – spiega Ilaria Mantega, referente del progetto – perché noi operatrici siamo figure adulte e di sesso femminile, quindi a volte parlare di violenza sulle donne può essere percepito dai ragazzi, anche se non è il nostro intento, come un attacco alla loro categoria e questo può portarli a mettersi un po' sulla difensiva. Per noi è importante sradicare questa percezione e permettere a ragazzi di coinvolgere attivamente persone del proprio stesso sesso, in modo che non percepiscano questo “attacco”, anche se noi ribadiamo più e più volte che per il Centro Antiviolenza il nemico non è assolutamente l’uomo, anzi l’uomo è un fondamentale e un preziosissimo alleato per combattere insieme la violenza sulle donne».

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