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«Serve un disegno di legge per proteggere i bambini»

Il punto di vista della dottoressa Meloni dopo la sua indagine esplorativa sul nostro territorio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPiacenza

Si è conclusa l’indagine esplorativa sul funzionamento emotivo-adattivo di bambini di età da 4 a 10 anni svolta dalla dottoressa Maria Cristina Meloni, psicologa psicoterapeuta familiare, esperta in criminologia clinica e psicologia giuridica, Direttore Centro Activityclub a Piacenza e presidente dell'associazione Tutela in collaborazione con Ifos. In 7 giorni tramite i social è stata raccolta l’opinione di 1800 genitori dei quali 1399 accettati nell'indagine e residenti nelle province di Piacenza (579), Bergamo, Lodi e Cremona, le più colpite dal coronavirus. . Ai genitori è stato chiesto di rispondere alle domande contenute in un questionario creato ad-hoc da Ifos e composto di 12 domande relative alle risposte dei bambini allo stress e a situazioni potenzialmente traumatiche. Nonostante l’indagine presenti dei limiti per quanto riguarda la significatività statistica, offre comunque uno spaccato interessante della situazione attuale. Dall’analisi dei dati è allora emerso che secondo i genitori circa un bambino su tre (33,95%) ha manifestato il sintomo regressivo della richiesta di vicinanza fisica ai genitori durante la notte e paure (27,45%) che prima non aveva mai avuto. Più della metà dei bambini (68,41%) ha manifestato maggiore irritabilità, intolleranza alle regole, capricci e richieste eccessive, e circa uno su tre cambiamenti di umore (36,60%), problemi del sonno tra cui difficoltà di addormentamento, agitazione e frequenti risvegli (28,66%) ma anche nervosismo nei confronti della pandemia quando in casa o in TV si parla del coronavirus oppure per via delle restrizioni (38,38%). Secondo l’opinione dei genitori, un bambino su cinque (18,58%) è sembrato più calmo e tranquillo e uno su tre (37,24%) più riflessivo. Quasi tutti (90,06%) sono sembrati in grado di adattarsi alle restrizioni determinate dalla pandemia anche se uno su due (61,40%) è apparso maggiormente svogliato rispetto alle attività che svolgeva prima della pandemia tra cui giocare, studiare, riordinare i giochi. Inoltre, secondo molti genitori, i bambini non hanno mostrato emozioni o comportamenti problematici. Possiamo però ipotizzare che i comportamenti di iper-adattamento possano essere connessi ad un tentativo di “normalizzazione” (sia del bambino che del genitore), ovviamente inconsapevole. Questa rimane comunque un’ipotesi non verificabile attraverso i dati raccolti in questo contributo.

L'indagine è sicuramente utile in quanto apre questioni e riflessioni utili anche alla progettazione di aiuti rivolti a genitori e docenti e se ne parlerà in un SEMINARIO ONLINE GRATUITO SABATO 2 MAGGIO H.15 a cui ci si dovrà iscrivere mandando una mail a associazionetutelapc@gmail.com.

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