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Venerdì, 29 Marzo 2024
Attualità Castelvetro Piacentino

Sessantasette sindaci scrivono a Governo e Regioni: «Consentire spostamenti tra Comuni confinanti»

Sono 17 quelli della provincia di Piacenza, con in prima fila quello di Castelvetro, Luca Quintavalla: «Non ha senso che da Castelvetro oggi io possa andare a Rimini ma non a Cremona»

Sessantasette sindaci delle province di Piacenza, Lodi, Cremona, Parma, Reggio Emilia e Mantova, fanno sentire la loro voce per chiedere che, «dal prossimo Dpcm, vengano eliminati i limiti tra le Regioni, consentendo quantomeno gli spostamenti tra Comuni confinanti o entro un raggio chilometrico». I primi cittadini – sono 17 quelli della provincia di Piacenza, con in prima fila quello di Castelvetro, Luca Quintavalla che ha coordinato i colleghi in questa settimana - hanno scritto inviato una lettera al Governo, alla Conferenza delle Regioni, all'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e all'Unione Province d'Italia (UPI). «Lo sosteniamo non sottovalutando certo la situazione della pandemia: anzi, proprio in considerazione del rischio contagi, non ha senso che da Castelvetro oggi io possa andare a Rimini ma non a Cremona». Nella lettera, già illustrata la scorsa settimana in Consiglio provinciale e appoggiata dalla presidente Patrizia Barbieri, i sindaci dei Comuni di confine chiedono di «ridurre gli impatti negativi», prevedendo «la possibilità di spostamenti delle persone entro un limitato raggio chilometrico o, in alternativa, da/verso Comuni confinanti e collegati, indipendentemente dalla Regione di appartenenza e dalla dimensione dei Comuni, eventualmente previo accordo tra i Comuni medesimi e le Regioni di appartenenza, con la supervisione delle Prefetture competenti; la valutazione dovrà essere operata alla luce dell’andamento epidemiologico dei territori interessati». Una seconda richiesta arriva sul fronte economico: «agevolazioni fiscali e/o ristori per le attività economiche più colpite aventi sede nei Comuni confinanti e collegati con altra Regione e che dimostrino di essere state particolarmente penalizzate da questa situazione, prendendo quindi a riferimento non tanto i codici attività Ateco e il periodo di chiusura degli esercizi, quanto piuttosto l’effettivo calo di fatturato riscontrato negli ultimi mesi».

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