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Trasporto pubblico locale

Seta, dopo 10 anni arriva l’accordo integrativo aziendale per il personale assunto dal 2012

La soddisfazione dell'azienda e dei sindacati dopo la lunga trattativa: «Chiusa con successo una vertenza storica»

Dopo oltre dieci anni di trattative è stato finalmente approvato l’accordo integrativo aziendale per il personale assunto in Seta a partire da gennaio 2012: da oggi, quindi, tutti i 1.040 dipendenti dell’azienda che eroga il servizio di trasporto pubblico su gomma nei bacini provinciali di Modena, Reggio Emilia e Piacenza dispongono di un contratto aziendale di secondo livello. L’accordo integrativo aziendale migliora il trattamento economico-normativo di oltre 350 lavoratori, assunti da Seta a partire dal 2012, garantendo loro significativi miglioramenti rispetto alle condizioni base previste dal Contratto nazionale di categoria.
 
L’accordo è stato sottoscritto da tutte le sigle regionali partecipanti al tavolo (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl-Fna e Faisa-Cisal), pur in presenza di qualche distinguo di alcune componenti territoriali di Reggio Emilia (Uiltrasporti) e Modena (Uiltrasporti e Faisa-Cisal). I contenuti dell’accordo sono stati definitivamente approvati da parte dei lavoratori a larghissima maggioranza (oltre 73% di sì), mediante un referendum che si è tenuto nei giorni scorsi e che ha visto la partecipazione di oltre l’85% degli aventi diritto.
«L’accordo sul trattamento economico-normativo del personale assunto dal 2012, lungamente perseguito ed oggi finalmente raggiunto, costituisce un risultato di eccezionale importanza per la nostra azienda - commenta Antonio Nicolini, presidente della società - Esprimo grande soddisfazione, anche a nome dell’intero Cda, per questo accordo storico per Seta e per i suoi lavoratori. Rappresenta anche un riconoscimento al nostro personale che, in questi due anni, ha operato con responsabilità e dedizione in un contesto di grandi criticità segnato dalla grave emergenza sanitaria, garantendo regolarità e continuità del servizio. La composizione di questa annosa trattativa introduce fondamentali elementi di equità e può costituire la base per il consolidamento e l’ulteriore miglioramento anche sul versante delle relazioni industriali. E’ un tassello importante che ci consente di traguardare, finalmente, il superamento delle notevoli ed inedite difficoltà che hanno caratterizzato il nostro settore negli ultimi due anni. Con questo accordo, assieme alla tenuta sostanziale dei conti aziendali ed agli effetti positivi sul servizio attesi nel 2022-23 dall’attuazione del consistente piano di investimenti in mezzi e tecnologie, possiamo finalmente chiudere una fase difficile e guardare con fiducia alle sfide future, seppur con le difficoltà derivanti dalla crisi internazionale umanitaria».

«L’accordo integrativo aziendale - dice Francesco Patrizi, amministratore delegato di Seta - comporterà ovviamente anche un aumento dei costi per il personale, stimato nell’ordine di oltre 600 mila euro l’anno, con una fisiologica tendenza a crescere di anno in anno. Seta può affrontare questo passaggio grazie alla propria solidità patrimoniale ed alla maggiore efficienza che abbiamo perseguito in questi anni e per cui quest’accordo rappresenta un elemento di certezza, anche se l’azienda dovrà porre la massima attenzione agli aspetti critici di contesto (persistente riduzione dei ricavi da traffico conseguenti alla pandemia e crescita esponenziale dei costi di alimentazione dei mezzi), il cui effetto speriamo sia transitorio e possa essere gestito in misura efficace a livello nazionale, di settore ed aziendale».

Dal lato dei sindacati, Filt/Cgil, Fit/Cisl, Uiltrasporti, Faisa/Cisal e Ugl/Fna regionali esprimono profonda soddisfazione «in primis per l’altissima partecipazione al voto (oltre l’85% degli aventi diritto) che ha segnato un fondamentale e imprescindibile momento di democrazia sindacale, e per il risultato della consultazione che, finalmente, dopo 10 anni dalla costituzione di Seta Spa, consegna a questi lavoratori (351 persone al dato odierno) un contratto integrativo a tutti gli effetti e miglioramenti economici e normativi per lavoratori che, sino ad oggi, si consideravano discriminati e di serie B».
«E’ la chiusura di una vertenza storica - dicono i sindacati - durata appunto 10 anni e che ha visto parecchi momenti di conflitto tra le parti, ma che nell’ultimo anno ha visto anche la pervicacia e la forza della tenacia sindacale nell’arrivare ad un risultato storico, nonostante la convergenza negativa del contesto storico-economico per il settore (a partire dall’emergenza covid negli ultimi due anni fino alla recente crisi dovuta al conflitto russo-ucraino e all’impennata dei costi dei beni energetici)».

Più in generale, solo in termini di salario aziendale aggiuntivo, si tratta di un accordo che prevede una massa salariale fissa pari a oltre 10.700 euro aggiuntivi nei primi 7 anni rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. A queste cifre si aggiungono le specifiche indennità legate al servizio svolto.
Sono previste inoltre una serie di migliorie e benefit in termini aziendali e di welfare e viene confermato l’impianto del premio di risultato che poi dovrà essere riadeguato per il successivo triennio.
E’ previsto infine il rafforzamento del ruolo e dei compiti della commissione turni, luogo di confronto nel cui definire e condividere con la direzione aziendali le condizioni per migliorare il servizio e le condizioni di lavoro per gli autisti.

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