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Sette palazzine e verde "ridotto" al 53% agli ex orti di via Campesio, «Questa non è rigenerazione urbana»

Un acceso dibattito ha animato la partecipata assemblea pubblica indetta per illustrare la proposta di accordo operativo per l'area verde privata cittadina di 15mila metri quadri, a cui si oppongono i comitati ambientalisti e i residenti

Sette palazzine ad uso residenziale, parcheggi, percorsi per mobilità lenta e veloce, un collegamento carrabile, il 53% della superficie da destinare al verde e - fuori comparto - la realizzazione di una pista ciclopedonale di collegamento di oltre 600 metri tra via Pietro Cella e via Morigi. Questa la proposta di accordo operativo per il terreno privato di 15mila metri quadri degli Ex Orti di via Campesio (Ambito Al 34 Orti), illustrata e dibattuta nel corso della partecipata assemblea pubblica indetta nel pomeriggio di giovedì 15 luglio alla scuola Pezzani, organizzata dall’amministrazione e molto attesa dagli oppositori della possibile costruzione nell’area verde cittadina, trasformata in edificabile nel 2015. Una classificazione che consente ai privati di presentare un piano di lottizzazione purché conforme agli strumenti urbanistici vigenti (Psc e Rue) - come ha ricordato l’assessore all’urbanistica del comune di Piacenza, Erika Opizzi, ripercorrendo l’iter tecnico in apertura all’incontro - e ai requisiti di “rigenerazione urbana” indicati dall’articolo 7 della legge regionale 24 del 2017, confermati dall’Istruttoria del Servizio pianificazione urbanistica e ambientale e accolti nella delibera di Giunta del 15 gennaio 2021, successivi all’inserimento nella proposta di una quota (pari al 20%) di edilizia residenziale sociale.

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Nodo cruciale dell’animata discussione proprio l’interpretazione di “rigenerazione urbana” espressa dal comma 4 della legge, al vaglio - come la congruità della proposta privata - del parere tecnico del Comitato urbanistico e a breve del Consiglio comunale. «Nell’articolo si fa riferimento ad interventi volti a sostituire l'esistente tessuto urbanistico-edilizio con altro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi, anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale. Non è il caso di specie, non potendosi sostituire un tessuto urbanistico-edilizio con un altro più qualificato, visto che si tratta di un’area verde» ha sottolineato Giuseppe Castelnuovo di Legambiente Piacenza, promotrice, con il Comitato spontaneo per il Verde e la Salute, della raccolta di oltre 6mila firme del dicembre 2019, volta a chiedere la moratoria degli accordi proposti e la tutela degli spazi verdi urbani esistenti.

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Un intervento seguito alla presentazione della proposta per gli Ex orti – compresi tra via Campesio, via Emmanueli, via Maruffi e via Guglielmo da Saliceto - correlata da dati, planimetrie e rendering di carattere indicativo, a cura dell’architetto Alberto Giancani, professionista a cui è stato assegnato l’incarico di progettazione. Oltre agli interventi già indicati, è prevista la cessione al Comune del 50% della superficie (ad oggi interamente privata) attrezzata a spese dei promotori, con aree di verde pubblico, viabilità carrabile, ciclo-pedonale e parcheggi. Lo spazio “verde” è pari al 53% del totale, mentre alla realizzazione di nuovi orti urbani - i precedenti a cui si deve il nome dell’area furono dismessi negli anni Novanta - sono destinati 700 metri quadri inclusi nella quota comunale.

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«Una soluzione “impattante” - aggiunge Castelnuovo - noi non abbiamo da ridire sulla qualità progettuale della proposta, che sarebbe condivisibile se si trattasse di una zona già edificata e appunto da “rigenerare”, perché degradata o dismessa, ma non certo per un’area verde così importante per la città». Un’osservazione rilanciata anche da alcuni residenti del quartiere presenti all’assemblea, intervenuti in salvaguardia del “polmone” urbano e per associarsi alla richiesta di chiarimenti sull’iter procedurale, ai quali ha risposto assicurandone la legittimità l’architetto Enrico Rossi, dirigente comunale dell'urbanistica.

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Il confronto non ha modificato la posizione dei residenti e del referente dell’associazione ambientalista, secondo il quale «la delibera di Giunta è debole e non motivata»: «Chiediamo di bloccare il progetto - destinando l’area in parte ad orti urbani - perché ci sono le argomentazioni di carattere tecnico per farlo e perché crediamo debba essere inserito in una visione più generale e strategica di Piacenza, così come l’area di Borgotrebbia. È il Consiglio comunale che deve esprimere cosa vuole dalla propria città - ha concluso Castelnuovo - credo sarebbe necessaria un’audizione su questo progetto che ogni consigliere abbia l’opportunità di essere informato adeguatamente». A tirare le fila l’assessore Opizzi, che ha più volte sottolineato la natura tecnica - e non politica – dell’iter della proposta, oltre all’obbligo di procedere secondo quanto previsto dalle normative, rendendosi disponibile a portare le istanze sollevate dai presenti all’attenzione della prima cittadina e della Giunta.

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