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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Si Cobas: «Non devono essere pagate dalle casse italiane le operazioni di un’azienda Usa»

Caso FedEx-Tnt, Si Cobas: «Metteremo in campo tutte le azioni sindacali e legali volte alla riapertura immediata del magazzino e al far valere l’accordo che escludeva esuberi sottoscritto l’8 febbraio scorso»

«Dopo la richiesta di incontro urgente avanzata dal Si Cobas Piacenza - si legge in una nota del sindacato - si è tenuto in prefettura l'incontro in ragione della assoluta urgenza dettata dall’enorme impatto sul tessuto sociale che sta profilando la chiusura del sito Fedex-Tnt. Il Si Cobas ha ricordato all’amministratrice delegata di Fedex-Tnt Italia Stefania Pizzetti come già un anno fa, in un incontro alla prefettura di Milano, avessimo manifestato una forte preoccupazione per la situazione occupazionale del sito di Piacenza, essendo cosa nota e pubblica che il piano di ristrutturazione continentale annunciato dalla multinazionale investisse in pieno il magazzino piacentino». 

«In quell’occasione, Fedex-Tnt aveva rifiutato di esporre il suo piano industriale sostenendo di non poter dare garanzie, e ciò aveva innescato la vertenza nazionale tradottasi in scioperi e manifestazioni in tutti i magazzini in Italia, volti prioritariamente alla difesa del sito piacentino. La Fedex-Tnt ha reso noto senza vergogna di stare costruendo un mega-hub da oltre un anno, da far diventare snodo centrale in Italia, a detrazione delle garanzie occupazionali di oltre 400 famiglie piacentine, con tutto ciò che comporta in termini di impatto sul tessuto sociale. Abbiamo quindi contestato la “serrata” messa in atto da parte di Fedex-Tnt, avvenuta oltretutto senza il preavviso in termini di legge previsto dal contratto nazionale di riferimento». 

«A ciò si è aggiunto negli ultimi giorni l’arruolamento di squadracce di bodyguard privati che presidiano il perimetro dei vari magazzini. La sola idea di utilizzarli, come già avvenuto lo scorso anno a Milano, contro lavoratori peraltro già fortemente invalidati nel fisico da decenni di duro lavoro spesso origine di malattie lavoro-correlate, ci fa rabbrividire e conferma l’arroganza della multinazionale statunitense. Il sindacato ha inoltre evidenziato come le dichiarazioni rilasciate dalla Procura in merito agli arresti di Arafat e Pallavicini, ovvero l’inesistenza di reali motivazioni sindacali negli scioperi di gennaio, siano destituite di ogni fondamento di fronte all’evidenza dei fatti, e come quegli scioperi fossero invece avveduti e sostenuti da ragioni purtroppo solidissime».

«Di fronte all’intransigenza di Fedex-Tnt, che scarica i lavoratori accollando al fornitore Alba la messa in campo degli ammortizzatori sociali, il Si Cobas risponde sostenendo che non devono essere pagate dalle casse italiane le operazioni di un’azienda americana che non attraversa nessuna crisi e sta anzi assumendo ed espandendo il suo fatturato con questa ristrutturazione. Abbiamo pertanto chiesto garanzie di piena continuità salariale da parte della stessa Fedex-Tnt e che siano riportati a Piacenza gli extra-volumi in queste ore lavorati nelle città limitrofe, costringendo i lavoratori degli altri stabilimenti a fare turni da quindici ore».

«Nel frattempo metteremo in campo tutte le azioni sindacali e legali volte alla riapertura immediata del magazzino e al far valere l’accordo che escludeva esuberi sottoscritto l’8 febbraio scorso proprio davanti a quella prefettura di cui oggi si fa beffe Fedex-tnt. Tutti i soggetti al tavolo erano assolutamente allineati alla valutazione del Si Cobas che ritiene un atto ingiustificato e gravissimo questa chiusura unilaterale in assenza di reali motivazioni economiche, che abbandona la città di Piacenza a pesantissime ripercussioni di ordine sociale, abitativo ed economico. Registriamo con favore questa similità di vedute e siamo intenzionati a trattare a tutto campo coinvolgendo il Ministero del Lavoro perché non può essere che le aziende statunitensi livellino al ribasso le garanzie sociali e la dignità di chi vive in Italia». 

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