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«A Piacenza solo il 15% dei bambini fino a tre anni trova posto all’asilo»

L'analisi di Massimo Trespidi (Liberi): «Le famiglie hanno nuove esigenze, serve più flessibilità per conciliare vita familiare e lavoro. Troppo pochi i posti a disposizione in città tra asili comunali, convenzionati e privati»

Ci sono 3386 bambini fino a tre anni residenti nel Comune di Piacenza. Ma solo un 15 per cento di loro trova ospitalità presso un asilo nido. Sono i conti che ha fatto Massimo Trespidi, consigliere comunale del gruppo “Liberi”, dopo aver ricevuto una serie di dati dell’Anagrafe di Piacenza.

«Ad oggi gli asili nido comunali – fa sapere Trespidi - hanno 146 bambini assegnati. Gli asili nido convenzionati hanno 143 bambini. La somma dà 289 bambini ospitati, con altri 142 bambini in lista d’attesa. Comprendendo anche quelli in lista d’attesa siamo a 431».

Il Comune di Piacenza non dispone di dati relativi agli asili nido privati. «Non mi sembra una bella cosa – commenta Trespidi - il fatto che Massimo Trespidi-18l’ente ignori quanti siano ospitati presso altre strutture che non sono comunali o convenzionate».

Ma il consigliere, effettuando una proiezione, considerando che i frequentatori dei privati siano più o meno la stessa cifra dei privati e dei convenzionati, evidenzia come il tasso di copertura della fascia 0-3 anni in città sia soltanto del 14-15%. «Su 3386 bambini – commenta – trova posto soltanto il 15%, mi sembra poca roba, non è un servizio soddisfacente».

Non voglio far polemiche – va avanti Trespidi - fini a se stesse. La domanda sorge spontanea. Come facciamo ad andare incontro agli esclusi? Ci sono tante famiglie che non fanno neanche domanda, perché sanno già di rimanere escluse, vuoi per l’Isee, vuoi per altri motivi. Come pubblico amministratore non posso non porre il tema. C’è un 85 per cento di esclusi dall’asilo nido».

«In questo particolare momento storico – riflette il rappresentante di “Liberi” - sta emergendo l’urgenza di una revisione del nostro sistema di welfare». La riflessione del consigliere è partita riferendosi solo a una piccola parte di welfare, quello dai 0 ai 3 anni. «Considerando l’allargamento dello smart working in questi mesi – aggiunge Trespidi - sono cambiati radicalmente i tempi di vita e di lavoro delle famiglie. Credo che difficilmente si tornerà indietro, si lavorerà in maniera mista d’ora in poi. Ma noi amministratori dobbiamo preparare servizi nuovi per conciliare i tempi del lavoro e della famiglia».

«Non è più procrastinabile una riflessione di questo genere – prosegue - per aiutare le famiglie nel conciliare questi due aspetti fondamentali della vita. Negli ultimi 7 mesi molti servizi sono stati sospesi. Bisogna sviluppare servizi che tengano conto delle nuove esigenze delle famiglie. Serve una dose di realismo per capire i bisogni».

«Non tutto deve essere lasciato sulle spalle del Comune di Piacenza – è il pensiero del consigliere - ma costruire una sinergia con il privato che funziona bene. Occorre più flessibilità in questi servizi, ci deve essere un ventaglio più ampio di iniziative per le famiglie». «Lo stiamo facendo? - È la riflessione di Trespidi -. Non proprio, siamo un po’ timidi, quando occorrerebbe uno slancio più energico. Il gruppo consiliare di “Liberi” è a disposizione per discutere insieme un nuovo scenario, a partire dall’anno scolastico prossimo».

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