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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Spots of light, essere una donna nella Shoah: inaugurata la mostra in Provincia

Curata da Yehudit Inbar e realizzata dal Dipartimento per le mostre itineranti, area museale dello stesso centro culturale, dedicata alle donne di religione ebraica perseguitate dai nazisti e dai loro alleati che riuscirono a sopravvivere alla brutalità della Shoah

 E’ stata inaugurata ieri, dal vicepresidente della Provincia Valentina Stragliati e dalla dottoressa Rita Chiappini, rappresentante per l’Italia della Scuola internazionale di studi sulla Shoah dello Yad Vashem di Gerusalemme, la mostra “Punti di Luce”, curata da Yehudit Inbar e realizzata dal Dipartimento per le mostre itineranti, area museale dello stesso centro culturale, dedicata alle donne di religione ebraica perseguitate dai nazisti e dai loro alleati che riuscirono a sopravvivere alla brutalità della Shoah.

La mostra, aperta alla cittadinanza e resa disponibile dall’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna, è allestita in collaborazione con lo Yad Vashem di Gerusalemme, un importante centro culturale con cui l’Assemblea collabora da anni, e rimarrà allestita nel palazzo della Provincia dal 16 al 24 ottobre 2019. Verrà successivamente trasferita presso il palazzo comunale di Fiorenzuola d’Arda dal 28 ottobre al 5 novembre ed infine presso Villa Braghieri in Comune di Castel san Giovanni dall’8 al 17 novembre 2019. Presenti 130 studenti del Liceo “G.M. Colombini” e dell’Istituto Superiore “G.D. Romagnosi – A. Casali” che hanno potuto assistere ad un approfondimento sulla Shoah tenutoi dalla professoressa Rita Chiappini, che ha illustrato, inoltre, i capitoli tematici della mostra che spaziano dall’amore alla maternità, dal cibo all’arte, dando voce alle donne ebree, alle loro azioni e risposte alle sfide, al male e alle sofferenze della persecuzione nazista.

La Provincia di Piacenza, impegnata da anni a stimolare la diffusione di una cultura del rispetto e della prevenzione della violenza e della discriminazione di genere, a partire dai più giovani, ha voluto, con questo evento costruire un percorso coinvolgente ed efficace, al fine di divulgare, mantenere viva e approfondire la memoria degli avvenimenti, delle persone, dei luoghi e dei processi storici, affinché dalla storia si possano trarre insegnamenti per le generazioni attuali e future e sviluppare cittadinanza attiva e senso civico.

«La memoria non può andare perduta. Il dovere delle Istituzioni - ha commentato Valentina Stragliati - non è solo quello di non dimenticare, ma di “costruire conoscenza", tramandando ciò di cui veniamo a conoscenza per fare in modo che la testimonianza di chi ha vissuto l’Olocausto non si perda. In questo caso declinato al femminile per sensibilizzare le nuove generazioni anche sulla tematica della violenza, fisica e psicologica».

Lo Yad Vashem di Gerusalemme, che ospita il massimo archivio mondiale sulla Shoah e il Giardino dei Giusti ed è anche un prestigioso centro di ricerca e formazione specialistica, che ogni anno offre anche ai docenti italiani, percorsi di studio e approfondimento, collabora con l’Assemblea legislativa dal 2012 e sono tanti gli eventi organizzati sia a Bologna che a Gerusalemme.

Questa mostra, divisa in temi, è un adattamento dell’originale in lingua inglese “Spots of Light”, curata da Yehudit Inbar e realizzata dal Dipartimento per le mostre itineranti, Area museale, dello Yad Vashem. La traduzione in lingua italiana è stata realizzata a cura del Servizio Diritti dei Cittadini, Area Cittadinanza attiva, dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e dal Centro stampa della Regione Emilia-Romagna.

Ciascun tema presente alla mostra è introdotto da una frase e da un breve testo che ne fornisce il contesto storico, con fotografie e storie individuali per favorire la visita alla mostra e condurre ad una riflessione sulla dignità della persona umana, sui suoi naturali e inderogabili diritti umani, politici, civili e sociali. 

La mostra è un tributo a tutte alle donne di religione ebraica perseguitate dai nazisti e dai loro alleati che entrarono nei lager e non ne uscirono vive o a chi ne uscì colpita nello spirito e nel fisico.




 

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